Scocca l’ora di Stephan El Shaarawy. Di nuovo. Come nella trasferta nella tana dello Sheriff Tiraspol. Con Dybala arrivato al limite fisico e con Azmoun fuori dalla lista Uefa, Mourinho si affiderà lì davanti al Faraone per mettere da parte altri tre punti nel girone di Europa League. Le scelte anti-Servette, del resto, sono limitate: in campo scenderà una sorta di Roma B.
Che El Shaarawy avrà il compito di prendere per mano perché è il giocatore in rosa che più si avvicina alle caratteristiche di Dybala. Di base sa saltare l’uomo, sa lanciare gli altri in profondità e poi vede la porta. Cose che però non gli sono riuscite in questo avvio di stagione nonostante il minutaggio elevato. Insomma, la sua annata è iniziata sulla stessa lunghezza d’onda della Roma: a fari spenti. Senza particolari vibrazioni.
El Shaarawy viene da un’ottima estate. Brillava durante le amichevoli precampionato. Sembrava in palla e in forma, con addosso anche la meritata “tranquillità” del rinnovo biennale conquistata sul campo. E’ stato lanciato titolare contro Salernitana, Milan e Torino: due punti e tanto rammarico. A Verona è stato utilizzato per tutto il secondo tempo. Con Empoli e Genoa, invece, ha giocato pochi minuti in corsa, mentre contro il Frosinone è rimasto in panchina proprio perché viene visto come l’uomo delle coppe in questa fase.
Complessivamente ha messo da parte 335 minuti, di cui 61 in Europa League, dove è partito dall’inizio all’esordio in Transnistria prima di essere sostituito da Dybala. Il gol di Lukaku, arrivato da lì a poco, l’ha festeggiato pochi secondi dopo essersi accomodato in panchina. Traduzione: El Shaarawy, contro il Servette, sta per disputare la quinta partita da titolare su nove. È fermo a quota zero tra gol e assist.
Nella passata stagione era un gregario. Non ha giocato nessuna partita dall’inizio nelle prime nove uscite, complice anche un infortunio muscolare che l’ha tenuto fuori contro Ludogoters e Helsinki (i primi impegni del girone di Europa League) ma anche in campionato, con Udinese, Empoli e Atalanta. Mourinho lo utilizzava in corsa: due minuti a Salerno, un tempo di fronte Cremonese e Juventus, poco più di mezz’ora contro il Monza. Stop.
C’è da sottolineare che El Shaarawy è stato un diesel. Nel senso che ha dato il meglio nella seconda parte della stagione riuscendo a segnare da gennaio in poi8 gol tra campionato e coppe. Marcature che l’hanno proiettato nella posizione numero 18 dei marcatori di tutti i tempi della Roma con 58 centri, davanti a Rizzitelli e Cassano. Adesso è poco distante da De Rossi (5 gol), Vucinic (6), Völler (10) e Di Bartolomei (11).
FONTE: Il Corriere dello Sport – L. Scalia
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