A volte il successo dipende da una serie di incontri con il destino ed Enzo Le Fée ne ha decine da raccontare. Come quando è esploso al Lorient sotto gli occhi di Florent Ghisolfi che adesso lo vuole portare alla Roma. In Bretagna ha fatto tutta la trafila, dalle giovanili fino ad approdare in prima squadra. Poi, lo scorso anno, si è trasferito al Rennes per 20 milioni con un ingaggio di un 1 milione a stagione.
Andare nella Capitale sarebbe un salto di qualità per un centrocampista che piace pure a Daniele De Rossi. Il tecnico lo vedrebbe bene come sostituito di Paredes nel ruolo di regista.
Ha affinato le sue doti di calciatore davanti alla difesa negli ultimi tempi, ha capacità di dribbling, imposta il gioco e non ha paura di stare con la palla tra i piedi. Sul piano difensivo è d’aiuto ai centrali ed è molto veloce ad uscire per innescare il contropiede.
La Roma ci sta pensando, dalla Francia assicurano che ci sarebbe già l’accordo con il calciatore, ma manca quello con il Rennes che lo valuta 20 milioni. Da Trigoria sono disposti a spenderne 15. In termini di età e pretese di ingaggio, si tratta di un buon profilo per i giallorossi: poco costoso e di prospettiva, nonostante venga da una stagione poco esaltante.
Ha giocato quasi sempre titolare tranne un mese e mezzo a cavallo tra febbraio e marzo nel quale ha avuto un infortunio muscolare (era assente nei playoff di Europa League contro il Milan). Non ha segnato gol, ma servito cinque assist.
Le Fée crescerebbe all’ombra di Paredes dal quale può imparare il più possibile in poco tempo per poi incidere in Serie A nel giro di qualche mese. Un profilo alla Baldanzi, dunque, non un titolare inamovibile soprattutto se l’obiettivo del prossimo anno sarà competere per un posto in Champions.
Se si parla di lottare, però, Le Fèe di certo non è abituato a tirarsi indietro. Lo dice la sua storia personale che racconta di un ragazzo capace di affrontare il peso si avere un padre, Jeremy Lampriere, finito in carcere per crimini di violenza e poi morto suicida nel 2021.
Quando parla di lui, Enzo lo fa con grande serenità grazie alla mamma (da cui ha preso il cognome) che è riuscita a tenerlo lontano dalle vicissitudini che avrebbero potuto segnarlo per sempre. Ma è proprio grazie al papà, ex astro nascente del Lorient fermato a 16 anni da un grave infortunio, che si è innamorato del calcio all’età di quattro anni: “Quando ero giovane, ho perso anche gli allenamenti per andare a trovarlo in carcere”, ha dichiarato all’Equipe.
FONTE: Il Messaggero