Sarà un altro Tammy Abraham quello a cui dovremo abituarci nella stagione appena cominciata. Probabilmente anche migliore. E i primi segnai si vedono. Magari fatto storcere il naso a qualcuno, che vuole i gol e basta. Ma ci vorrà tempo per metabolizzare la nuova versione. Intanto bisogna coglierla.
Nella passata stagione era un uomo (quasi) solitario lì davanti, con Pellegrini e Mkhitaryan a imbeccarlo e talvolta ad accostarsi per supportarlo più da vicino, con Zaniolo a galoppare largo per accentrarsi e all’occorrenza duettare.
Con Dybala lo spartito cambia, l’argentino è sicuramente più attaccante di Zaniolo, ha una corsa magari meno muscolare e impetuosa ma una spietatezza e un gesto tecnico sotto porta differenti, gli equilibri vanno riscritti e così le mansioni in campo dell’inglese che semmai ha aumentato un volume di gioco ombra per la squadra.
Ed è lì che nasconde (ma mica tanto si nasconde e mica tanto gioco ombra: si vede eccome) il nuovo Tammy. Se non ci fosse lui a metà campo con la sua tecnica e la sua fisicità dinoccolata non nascerebbe quella mirabilia di gol e passaggi stretti chiuso da capitan Pellegrini nella vetrina d’inizio agosto con lo Shakhtar all’Olimpico.
Era pur sempre un’amichevole, ma quella rete ha riempito i social come uno spot della seconda Roma di Mourinho.
FONTE: Il Corriere dello Sport – F. M. Splendore