Un terribile déjà vu. Pastore parte per Barcellona alla disperata ricerca di una cura per il suo polpaccio di cristallo e tornano a fargli visita i fantasmi di Parigi, dove divenne presto «l’uomo di vetro»: 7 stagioni con il Psg, una lista delle assenze lunga 76 partite e un totale di 407 giorni ai box. Una ricaduta dopo l’altra ha iniziato a guardarsi intorno per trovare una soluzione definitiva, ha girato il mondo e le ha provate tutte: da Madrid alla Cina, dalla ginnastica posturale agli speciali plantari ortopedici. Qualcosa deve aver funzionato alla fine perché in campo ci è tornato e la Roma ha scelto di scommettere su di lui, ma ora ci risiamo e a Trigoria stanno vivendo un film che i francesi conoscono a memoria. Ecco perché ieri, dopo l’ennesima seduta sul lettino del fisioterapista, l’argentino è volato nel capoluogo della Catalogna assieme al responsabile medico Del Vescovo per avere una consulenza su una nuova terapia da tentare per provare ad eliminare quest’annoso problema al polpaccio destro e resterà lì fino a venerdì con il terapista giallorosso Marco Esposito. La speranza è di tornare indietro con un rimedio che permetta a Pastore di guarire una volta per tutte. La tribuna di Mosca e la successiva mancata convocazione con la Sampdoria la dicevano lunga sulla condizione fisica del giocatore, incostante in allenamento tanto quanto in campo. Un giorno si allena con il gruppo, l’altro avverte un pizzicore al muscolo e deve ricominciare da capo.
Di Francesco, notando le difficoltà dell’argentino, ha preferito non mettergli fretta e continuerà a farlo perché al momento si naviga a vista. L’agente Simonian proprio ieri confidava a pagineromaniste.com che il suo assistito «sta molto meglio e tornerà in campo dopo la sosta», scongiurando pure l’ipotesi Cina a gennaio: «È impossibile», ma la realtà dice che Pastore solo con un miracolo potrà giocare a Udine. La Roma, comunque, lo aspetta. Le parole del fantasista di due giorni fa erano una chiara richiesta d’aiuto ai tifosi, uno «statemi vicino» venuto dal cuore che dà l’idea del periodo difficile che sta vivendo. Lo scorso 26 ottobre era stato Perotti a scrivere sui social il suo stato d’animo mentre affrontava, e tutt’ora lo fa, il quarto stop di questa stagione, una lesione al soleo: «Non mi arrenderò», prometteva. E adesso lui vede il traguardo: ieri ha lavorato in parte con il gruppo, mentre Karsdorp ha svolto l’intera seduta con i compagni e sta più avanti degli altri infortunati, perciò dovrebbe guadagnarsi un posto in panchina a Udine, obiettivo a cui punta anche l’ala argentina. De Rossi alterna giornate positive ad altre in cui deve ricorrere solo alle terapie perché il ginocchio torna a far male, nella sosta sarà gestito e valutato di volta in volta. Di Francesco ha bisogno di forze fresche, Luca Pellegrini è un’altra risorsa da recuperare ma non è ancora pronto per il campo, mentre il baby Calafiori, tornato domenica dagli Usa dopo l’operazione al ginocchio, ha portato sorriso e stampelle in panchina durante la partitella di ieri tra prima squadra e la «sua» Primavera. Un bel segnale.