Un’accelerazione, potente, che ha portato a realizzare quattro gol in tredici minuti. Poi, scavallata la collinetta, la Roma al Castellani ha messo il cambio in folle e si è lasciata spingere dalla discesa, prima della consueta frenata finale che ha portato i soliti brividi. Già, perché quando stai vincendo una partita così, spaccandola in quel modo, poi non è concepibile passare i minuti finali, seppur pochi, a soffrire. Invece i tifosi romanisti, che delle peripezie giallorosse sono avvezzi, hanno faticato eccome prima di poter esultare al triplice fischio del sempre modesto Fabbri. Terzo successo consecutivo tra coppa e campionato.
Eppure l’ottimo Empoli dell’ex Andreazzoli fin qui aveva dato del filo da torcere a molte big. Invece contro la «sua» Roma non ha potuto far altro che abbozzare cercando di limitare i danni contro una squadra partita da subito a mille. Ci ha provato, nel finale, complice il clima da rompete le righe che si era innescato tra le fila giallorosse: forse complice la pausa delle nazionali ormai alle porte che riporterà il campionato sulla terra solo tra due settimane. Doppietta di Abraham, reti di Sergio Oliveira e Zaniolo: di fatto i migliori del pomeriggio toscano della Roma che torna a sorridere in classifica anche se i numeri restano ancora pesanti.
Perché Mourinho & Co. sono sì sesti a -5 dal quarto posto, ma Atalanta e Fiorentina devono ancora recuperare una partita. Insomma ci sarà ancora da soffrire in una stagione che sta andando meno bene di quanto ci si aspettasse alla vigilia. È vero, pomeriggi come quello di ieri fanno ben sperare per il futuro, perché la Roma sta iniziando ad avere una sua fisionomia e soprattutto comincia (qualora avesse tutti a disposizione) a disporre di cambi degni di nota.
C’è curiosità per esempio, nel pensare a come Mouriho farà giocare Sergio Oliveria quando tornerà a disposizione capitan Pellegrini: i due convivranno assieme, oppure l’ultimo arrivato dovrà accomodarsi in panchina? E potrebbe non essere finita perché Mourinho continua a fare pressing sui Friedkin perché è abbastanza evidente che a questa Roma non manchi molto per fare l’ambito salto di qualità: produrre un ultimo sforzo nei giorni di mercati che restano, vorrebbe dire gettare basi «pesanti» per il futuro.
Mourinho il suo lo ha fatto ancora una volta: ieri quando ha capito che la giornata poteva complicarsi, ha tirato fuori tutta la sua personalità. Lì, da bordo campo, ha preso letteralmente la Roma per mano trascinandola oltre l’ostacolo, gridando su ogni pallone, chiedendo concentrazione fino all’ultimo respiro. Quello giusto, quello della liberazione: e ora un po’ di meritato riposo.
FONTE: Il Tempo – T. Carmellini