La pressione può far scoppiare un tubo, ma la passione può anche creare un diamante. Lo disse l’ex Nba Robert Keith Horry che non può essere considerato il maestro di Gasperini ma che con le stesse parole, un filo adattate, potrebbe descrivere perfettamente quello che s’è visto ieri sera all’Olimpico. Questa Roma non è un diamante e difficilmente lo diventerà: troppa qualità le manca. È bastato il ritorno in campo di Dybala a venti minuti dalla fine, e dopo 160 giorni – vacanze incluse – per averne la conferma. (…)
Quando la Roma ha avuto le gambe e la testa per armare il pressing con costanza e ci ha aggiunto tanta passione, il Bologna non è riuscito a giocare: è successo per una mezz’ora del primo tempo e per almeno venti minuti della ripresa. Le lunghe fasi nelle quali Koné e Cristante hanno tolto il respiro e sottratto palloni a Freuler e Pobega possono essere indicate come l’essenza della sfida. (…)
Le cose buone della prima di campionato sono facilmente segnalabili: la pressione, appunto, che ha indotto Skorupski a insistere nel lancio lungo e controllabile dalla mediana di Gasperini; la potenza di Ferguson nell’uno contro uno; l’efficacia e il dinamismo di Koné e, nella seconda parte, l’effervescenza di Wesley che dopo il gol s’è improvvisamente acceso mostrando le qualità che avevano spinto il tecnico a richiederlo.
A proposito di Gasp, l’ho visto davvero sollevato, addirittura felice alla fine: sentiva il peso e la responsabilità dell’esordio in uno stadio spettacolare, più che delle 600 gare di campionato, e ha provato la soddisfazione di chi riceve dai suoi molto più di quello che si aspettava.
Considerati i limiti (evidenti e puntualmente denunciati) e le lentezze del mercato romanista, non sarà semplice per Massara riuscire ad aggiungere giocatori di livello nei pochi giorni che mancano alla chiusura. Qualcosa però deve essere fatto, e lui lo sa bene, perché, oltre che qualitativamente, la squadra è numericamente insufficiente. (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport – I. Zazzaroni











