Succede spesso nella vita di attardarsi per un motivo più o meno valido, e succede anche che poi la vita non ti aspetti. In quel caso c’è una sola soluzione: corri più forte che puoi. Il destino della Roma per questa prima parte di campionato è segnato: dopo aver buttato cinque punti su sei pagando il conto alla cattiva sorte (e a qualche inusuale grande giocata degli avversari) contro Salernitana e Verona, ora non è più tempo per guardarsi intorno.
Comincia stasera a Genova (calcio d’inizio ore 20.45, telecronaca esclusiva su Dazn, radiocronaca obbligatoria su Radio Romanista) un altro miniciclo di tre partite da cui la squadra deve sentirsi obbligata ad uscire con almeno sette punti, se proprio la malasorte impedirà di coglierne nove. Ammesso che si vogliano mantenere intatte le ambizioni per un campionato di vertice. La legge dello sport in questo senso è spietata: chi vuole arrivare più alto deve fare meglio degli altri e nel calcio quel meglio si declina solo con i risultati.
Ci sta la prova sfortunata con la Salernitana all’esordio, ci sta la prova sfortunatissima a Verona, ci sta persino la non prestazione col Milan, ma poi bisogna riprendere la corsa, e dopo l’Empoli (in cui ha funzionato tutto quello che nelle precedenti tre gare non aveva funzionato) e Torino (in cui la vittoria è sfuggita per un dettaglio trascurato) non reggerebbero più altre giustificazioni.
Il Genoa di Gilardino è una buona squadra, duttile, rude e veloce. Rispetto alla versione rutilante dello scorso campionato di B, questa è inevitabilmente più modesta, attendista, calcolatrice. Ha pagato lo scotto con l’esordio in A con la Fiorentina (1-4), ma poi ha sbancato l’Olimpico contro la Lazio e ha spaventato il Napoli, perdendo di misura col Toro e col Lecce. Ha giocatori di classe (Gudmunsson, occhio perché ha estro e gamba), di sostanza (Retegui) e due ex romanisti che hanno trovato l’ambiente ideale per esprimersi ai loro migliori livelli (Sabelli e Strootman). Dicono che forse Gilardino tornerà alla difesa a 3 abortita proprio dopo la sbornia con la Fiorentina, è probabile visto l’impegno che attende i difensori rossoblù e lasciare Dragusin e Bani da soli contro Lukaku e Dybala (ammesso che partano dal primo minuto) potrebbe essere un rischio.
La sua carriera da allenatore, dopo gli splendori da attaccante, è partita dal basso, dalla C e dalla D (a Siena, tre anni fa), poi alla primavera del Genoa fino al salto in prima squadra al posto del guru sfiatato Blessin, un cambio davvero produttivo visto la promozione in serie A raggiunta con largo vantaggio sulla terza. Ha già affrontato la Roma in Coppa Italia lo scorso gennaio, e c’è voluta una magia di Dybala per risolvere la pratica.
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FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco
https://tuttoasroma.it/ultime-notizie-as-roma/maglie-2023-2024/as-roma-uscita-la-maglia-per-la-nuova-stagione/