La qualificazione agli ottavi di Champions è arrivata pochi minuti dopo che Totti ha lasciato in lacrime l’Olimpico. Segni del destino, forse. In quel momento, e a mezz’ora dall’inizio di un Roma-Real da incubo, il Viktoria Plzen segnava il 2-1 in casa del Cska e consegnava il pass ai giallorossi. Sono stati quindi 90′ utili solo a determinare chi avrebbe vinto il girone. E l’ha vinto la squadra (in crisi) più forte, ovvero il Real. Anche in Champions, infatti, la Roma ha mostrato i problemi atavici che si porta dietro da inizio stagione: poca cattiveria (un solo ammonito lo dimostra), errori sotto porta e quella malsana capacità di deprimersi al primo episodio sfavorevole. Nel primo tempo la squadra di Di Francesco ha giocato davvero alla pari del Real e ha sfiorato il vantaggio a tempo scaduto quando Under ha emulato gli All Blacks spedendo in meta un pallone – servito da Zaniolo – che chiedeva solo di essere appoggiato in porta. Un errore grave, ma rimediabile. E invece la Roma nella ripresa è entrata col piglio di chi vuole perseverare. Dopo due minuti la coppia Olsen-Fazio ha confezionato un bel regalo per Bale, poi è arrivato il raddoppio di Vazquez. E la Roma è uscita dal campo tra le bordate di fischi dei 65 mila dell’Olimpico nonostante la qualificazione e gli applausi (forse ironici?) di Kolarov. Chi sembra non esserci mai entrato in campo è Schick, chiamato a sostituire Dzeko e ancora una volta impalpabile. Così da Madrid a Roma quel percorso di crescita decantato da Di Francesco non si è visto e i giallorossi sono usciti di nuovo con le ossa rotte. «Avevamo tante assenze, e all’inizio mi era piaciuta l’intraprendenza dei giovani. Ma ricadiamo nei soliti errori, abbiamo la solita fragilità emotiva. Al primo errore, alla prima difficoltà va tutto male e smettiamo di giocare. Mi girano veramente tanto perché gli abbiamo tenuto testa con ragazzi come Zaniolo che giocavano in Primavera», le parole di Eusebio. Archiviata la Champions (la Roma se pure dovesse agganciare il Real resterebbe seconda per via degli scontri diretti) c’è da preparare la sfida con l’Inter di domenica sera.
Non ci saranno Dzeko per il problema al flessore oltre a El Shaarawy uscito nel primo tempo per una forte contusione alla gamba destra. Due assenze che si aggiungono a De Rossi, Pastore e Pellegrini. Un’ultima spiaggia tra mille difficoltà per Di Francesco, o forse no visto che Monchi lo ha rassicurato così prima della partita: «Ci fidiamo di lui». Ieri c’era Antonio Conte in tribuna, solo un caso.
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