L’errore, adesso, sarebbe quello di buttare tutto al cesso. Conseguenza degli umori di una città incapace di privarsi delle montagne russe, tutti fenomeni dopo Firenze, tutti da bocciare dopo l’inaspettata sconfitta con il Torino, conosciuta schizofrenia di una città che non sa cosa siano le mezze misure. Intendiamoci, la botta contro il Torino è stata forte, inaspettata, pesante anche dal punto di vista della classifica visto che è svanita quella partita di vantaggio sul quinto posto che poteva regalare un minimo di serenità. Tutto vero, non dimenticando, peraltro, la direzione arbitrale del signor Di Bello che tutto è stata meno che al di sopra di ogni sospetto.
Adesso, però, per evitare ulteriori conseguenze, sarà il caso di non sparare sull’ambulanza, ma fare come Fonseca nell’immediato dopo partita con Torino. Ovvero, in sintesi, è stato un incidente di percorso, la Roma vera è un’altra, è quella che avete visto a Firenze, inutile parlare di arbitri e cercare alibi, pensiamo a ripartire.
Ecco, ripartire. Deve essere questa la stella polare di una Roma che, sia chiaro, continua ad avere il destino tra le sue mani. Una partita sbagliata, e poi se vogliamo neppure troppo, non può e non deve cancellare quello che di buono è stato costruito nei primi sei mesi di lavoro di Fonseca. Ci sono molti motivi per credere che questa Roma possa e debba ripartire da subito, da domenica prossima quando all’Olimpico si presenterà nientepopodimenoche la Juve.
Per cominciare a credere nella ripartenza, c’è il senso di squadra che questa Roma ha trasmesso in quasi tutte le partite, anche in quelle giocate meno bene, un senso di squadra fotografato da Pellegrini quando ha detto che tutti sono disposti a sacrificarsi per il compagno, una sensazione che i giallorossi hanno sempre dato in tutte le partite che hanno giocato. (…)
FONTE: Il Romanista – P. Torri