Il giro del mondo di Cristian Volpato è cominciato a Camperdown, un sobborgo di Sidney. Dalla terra dei canguri a quella dei gladiatori, dalla pacifica Australia a quella pentola a pressione chiamata Roma, dove se indossi la maglia numero 10 e i tuoi interessi li gestisce l’agenzia di Francesco Totti (la Ct10 Management guidata da Giovanni Demontis) le aspettative sono inevitabilmente alte.
Con i 120 secondi giocati contro l’Inter, Volpato è diventato il terzo “made in Special One” dopo Felix e Missori. Il vivaio di Trigoria, del resto, è sempre fiorente. E sono negli ultimi tre anni ha visto esordire tra i grandi altri 12 calciatori: Antonucci, Luca Pellegrini, Riccardi, Celar, Darboe, Calafiori, Bamba, Boer, Tripi, Milanese, Bove e Zalewski. Nessun altro club, in Serie A, ha questi numeri.
Il pupillo di Totti, che sabato sera era all’Olimpico mentre lui faceva la “prima” è un colosso di 187 cm che gioca trequartista: è un caso abbastanza inedito di fisicità e tecnica capaci di andare a braccetto. Cristian, diventato maggiorenne il 15 novembre, è nato da papà italiano e madre australiana, figlia a sua volta di genitori italiani. Ha terminato la scuola con un anno d’anticipo rispetto ai coetanei, essendo il suo ciclo di studi parametrato sul modello che si applica a Sidney e dintorni.
Il dieci della Primavera ha il doppio passaporto e a breve dovrà decidere se cominciare il percorso delle nazionali giovanili azzurre (è stato chiamato per la prima volta in Under 19 ad agosto, ma non ha potuto rispondere alla convocazione) o in quelle australiane: “Mourinho gli ha consigliato di seguire il cuore – ha detto ieri il padre, Oscar Volpato, al portale ftb.au – L‘ha fatto riflettere sul fatto che se decide per l’Australia a ogni chiamata dovrà andare dall’altra parte del mondo. Totti? Gli ha detto di non pensare alla Nazionale, ma di concentrarsi solo sulla Roma“.
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. Marota