Da quando Gini Wijnaldum è tornato a pieno regime, l’unica partita vinta dalla Roma in cui era titolare è stata con la Juventus. Si tratta, però, solo di quattro gare di campionato e una di Europa League. Dal 28 febbraio (Cremonese-Roma), Mourinho non lo ha più tolto dai titolari. Ha giocato dal 1′ contro Cremonese, Juventus, Sassuolo e Lazio in Serie A e Real Sociedad in Europa League, due volte da trequartista e tre da centrocampista centrale, sempre accanto a Cristante (squalificato domenica). Sarà la prima volta che si troverà da solo con Matic dall’inizio (è successo per 27 minuti a Cremona).
Nemanja è uno dei calciatori più carismatici della squadra che ha scelto di restare a Trigoria dopo che è scattato il rinnovo automatico per un’altra stagione. Un giocatore che si abbina alla perfezione con Wijnaldum, rapido nell’uno contro uno e con una propensione al tiro dalla distanza. L’olandese sfrutterà gli ultimi due mesi della stagione per convincere Tiago Pinto a riscattarlo. Basterà versare 8 milioni al Psg, denaro che la Roma non ha intenzione di spendere. Proverà a trattare con l’obiettivo di arrivare almeno alla metà e poi dovrà trovare un accordo con il giocatore che gode di un contratto da 7 milioni con i francesi fino al 2024. Se accetterà di privarsene e di incassare una cifra di poco più alta ma in più anni, allora Trigoria potrebbe diventare la sua nuova casa.
Domenica saranno squalificati Mancini, Ibanez e Kumbulla e la soluzione d’emergenza più verosimile è con Celik, Smalling e Llorente. Alternative migliori sembrerebbero non esserci se non la linea a quattro. Un modulo che piace a José, ma di cui non si fida quando a interpretarlo sono i giocatori della Roma. Scartata anche l’ipotesi di impiegare un Primavera, gli ultimi difensori centrali convocati in stagione sono Keramitsis o Brian Silva, ancora troppo acerbi per giocare 90 minuti in Serie A. Per tamponare la situazione potrebbe proporre un 3-5-2 abbassando Pellegrini a centrocampo. E anche in questo caso la coppia Gini-Nemanja è chiamata a fare la differenza.
FONTE: Il Messaggero