Nicolò Zaniolo si è svegliato nella sua Spezia, dove ha trascorso il lunedì libero, con il viso tumefatto. La scarpata di Maggiore, che ha provocato il rigore e quindi la vittoria a La Spezia, ha prodotto un forte trauma facciale oltre alle escoriazioni documentate da Instagram. Il timore è che sia rotto il naso: stamattina, di rientro a Trigoria, verrà visitato dallo staff medico ed eventualmente sottoposto ad esami strumentali.
Questo pone un interrogativo in vista di Roma-Atalanta, che arriva tra soli quattro giorni: se dovesse operarsi, ipotesi al momento remota, rischierebbe di saltare lo scontro diretto per l’Europa. La società è chiamata a valutare se investire sul talento di Nicolò, che da mesi aspetta una telefonata per discutere il rinnovo del contratto in scadenza nel 2024, dopo le parole ambigue di Tiago Pinto in conferenza stampa. Un punto appare chiaro: oggi è il giocatore a voler pianificare il futuro, non la Roma.
Fosse per Nicolò, il contratto si potrebbe discutere subito. E di fronte a un ritocco sensibile, ma inferiore rispetto ad altri big del gruppo, la firma sarebbe quasi automatica. Eppure, paradossalmente, lo stallo della società potrebbe agevolarlo: se la Roma non venderà Zaniolo in estate – plausibile, perché le offerte non saranno pari al livello potenziale di Nicolò – si troverà di fronte alla necessità di trattare il rinnovo, per non trovarsi nel 2023 a un anno dalla scadenza.
Ma Zaniolo non ha mai chiesto di andare via dalla Roma e non intende farlo. L’eventuale divorzio sarà consensuale. E la società dovrà fare il primo passo comunicandogli l’intenzione/obbligo di cederlo. Questo ovviamente non è ancora successo, perché al momento Zaniolo per la Roma non è un tema di dibattito. Ma a fine stagione lo scenario sarà più chiaro, con la Juve sempre sullo sfondo.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida