Tre partite, e chissà se le giocherà tutte. Forse no, anche lui dovrà essere preservato: a José Mourinho serve l’asso di coppa, quello che abbiamo ammirato con il Bodø, quello della tripletta. Nicolò Zaniolo è al rush finale, come la Roma, che ora spera di chiudere con un piazzamento europeo in campionato e poi di alzare la Coppa della Conference.
Soltanto dopo sarà il momento di ritrovarsi, confrontarsi e interrogarsi sul futuro, qui o lontano dalla Capitale. Come noto, la Juventus preme; è altrettanto noto che Nick voglia restare, a determinate condizioni (economiche) e di questo si dovrà discutere dopo la finale del 25 maggio con il Feyenoord. Il rendimento di Nicolò quest’anno non è stato eccellente: 39 partite e solo sette reti distribuite tra serie A (2) e Conference, compreso il turno di qualificazione (5).
Non un rendimento da top player, con mille attenuanti, chiaro: su tutte il lento recupero dal doppio intervento al crociato, che gli ha rallentato la corsa verso la gloria. Diciamo che l’anno zero doveva essere questo e per forza di cose dovrà essere rimandato alla prossima stagione. E appunto: a Roma? Al momento l’intenzione è finire al meglio la stagione e poi valutare le rispettive necessità e ambizioni.
La prima domanda, vien da sé: quanto vale oggi Zaniolo? Il suo contratto con la Roma scade nel 2024, quindi non ora e vuole guadagnare come Pellegrini e Abraham. La Roma, per venderlo, accetterebbe offerte superiori ai cinquanta milioni.
L’entourage del calciatore fa un ragionamento molto semplice: ma se valgo quella cifra, allora posso/devo guadagnare uno stipendio adeguato. E qui nasce l’intoppo. La Roma può anche correre il rischio di andare avanti con lo stesso contratto attuale, pensando che la prossima stagione si possa parlare anche di cifre più importanti.
Bisognerà capire quanto in estate ci sarà esigenza di cedere un big e magari anticipare tutto di un anno. Che Zaniolo faccia bene e magari decida la finale sarà un bene per tutti: società e giocatore, ovviamente non per chi vorrà acquistarlo, in questo caso la Juventus. L’impressione è che molto dipenderà dal tipo di offerte che arriveranno a Trigoria.
Perché il gm Pinto, per la prima volta da quando è arrivato nella Capitale, sarà chiamato in estate ad operare anche in uscita. E non come accaduto nel recente passato con cessioni di secondo piano (Under, Pau Lopez, Kluivert, per fare qualche nome). “Stavolta Pinto dovrà fare un colpo per la sua proprietà“, è una frase che in ambienti di mercato circola sempre con maggiore insistenza. E il riferimento non è ad un colpo in entrata ma ad una cessione importante. Che non può essere Veretout e nemmeno Cristante
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni / S. Carina
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