I purosangue romani e romanisti non si sono estinti con l’addio di Totti. La loro dinastia continua nella Roma di Di Francesco, che è di Pescara ma romano d’adozione. E romanista. Lo stesso (ex) capitano farà valere questo dna caratteristico restando in società, mentre a De Rossi e Florenzi in campo si aggiungerà un altro «nativo» di Trigoria: Pellegrini. C’è chi cambia ruolo, chi riceve finalmente la fascia, chi rientra dopo un maledetto doppio infortunio e chi torna alla base dopo due anni di esperienza al Sassuolo. Una grande famiglia, che pur perdendo il suo papà calcistico nel rettangolo verde ha figli e figliastri a cui affidare la propria eredità. Totti lascia la fascia a Daniele e si prepara a fare il dirigente. L’indirizzo del nuovo lavoro lo conosce a memoria, dovrà solo spostarsi dallo spogliatoio ad un ufficio del Bernardini, ma non è detto che si allontani troppo. Perché tra le opzioni della seconda vita del numero 10 c’è quella di aiutare i futuri team e club manager, Gombar e De Sanctis, a fare da raccordo tra la squadra e la società. Potrebbe nascere un vero e proprio gruppo di lavoro incaricato di svolgere i compiti che un tempo erano assegnati ad un solo uomo. L’importante per Totti è ricoprire un incarico operativo all’interno della Roma, è abituato a fare e non vuole starsene in disparte con una bella etichetta attaccata al cartellino sulla giacca. Un ruolo di rappresentanza non gli piacerebbe, anche se in ballo c’è una vicepresidenza che potrebbe stuzzicarlo. Tutto andrà definito con la dirigenza al ritorno dalle vacanze in Grecia, a fine mese, perché finora non ci sono stati incontri chiarificatori. Il nuovo contratto scatta comunque il 1° luglio e Francesco sembra ormai convinto ad onorarlo, lasciando da parte quella voglia ancora viva di continuare a fare il calciatore in un altro emisfero.
Sarà lui il vertice della dinastia romana che in campo verrà rappresentata in primis da De Rossi, fascia al braccio in esclusiva da quest’anno. «Capitan Presente» si sta godendo le vacanze in Giappone con la moglie Sarah, poi scatterà l’ora della 17 esima stagione in giallorosso (557 le presenze ufficiali finora). «Dopo Totti non potevo andar via», ha ammesso il numero 16 dopo la firma sul rinnovo biennale. Di Francesco l’ha chiamato subito, appena saputo di essere stato scelto per la panchina, perché è lui il simbolo della squadra adesso, il leader su cui si poggerà. Tanto diverso dalla leggenda con cui ha condiviso il cammino fino a Roma-Genoa, alla battuta pronta preferisce una sincerità a volte spiazzante, ma in comune hanno una cosa fondamentale: sono tifosi prima che giocatori. Romano e romanista lo è anche Florenzi, che non ha avuto un’annata facile e non si è potuto nemmeno godere l’ultimo Totti in campo. Perché ad ottobre il crociato gli ha rovinato la stagione e a febbraio il secondo crack l’ha costretto a ricominciare da capo. Da Pinzolo lavorerà per farsi trovare pronto a settembre, con la curiosità di capire dove lo farà giocare Di Francesco nel suo 4-3-3. La carta d’identità gli permette di aspettare la fascia che De Rossi gli donerà, ma «non mi precludo nulla per il futuro, sarebbe bello sia fare come Francesco e Daniele sia vedere altri posti», ha detto recentemente, aggiungendo una scommessa: «Forse un giorno sarà Cristian Totti a dedicare la carriera alla Roma». Aspettando che l’attaccante classe 2005 cresca, c’è un altro giovane romano pronto ad unirsi al team giallorosso: Pellegrini. L’accordo economico ancora non c’è, ma la prossima settimana sarà quella decisiva: nell’agenda di Monchi è fissato un incontro con l’agente per limare i dettagli del contratto. Il suo sì allargherà ufficialmente la dinastia romana.