Marco Leone, Senior Advisor di Nomisma e coordinatore del dibattito pubblico del nuovo stadio della Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni, all’indomani del secondo incontro con i cittadini. Di seguito le sue parole:
Ieri si è svolto l’incontro a Testaccio, il prossimo sarà a Tiburtina. Si è discusso di diverse cose, di come si è arrivati a Pietralata, iniziando a discutere con i soggetti interessati su ciò che il progetto può portare. Come si fa a discutere di un progetto che nessuno conosce? “Se una persona ha voglia di informarsi, va sul sito web dedicato al dibattito e trova tutte le informazioni utili per capire il progetto. Se uno ha tempo ma non troppo può sfogliare il dossier, una sintesi di una quarantina di pagine. Una parte del documento l’ha scritta Roma Capitale, l’altra la Roma. Se stiamo parlando di un tecnico o di un urbanista, sempre attraverso il sito trova il link che lo porta sul sito di Roma Capitale dove ci sono centinaia di pagine con un grande elenco di enti pubblici che hanno dato il loro parere. La sensazione è che non ci sia stata la possibilità di informarsi più di tanto, quindi ben venga. Vi ringrazio per questa opportunità. Il progetto è molto articolato e complesso, non può essere sintetizzato così, ma il dibattito pubblico nasce per discutere una precisa ipotesi progettuale”.
Vederlo così può dare giusto l’idea, bisogna leggere le carte se si vuole capire come incide realmente il progetto. Quando si parla di progetti così importanti che incidono nel tessuto urbano si coinvolgono i cittadini per consentire loro di capire il progetto. Il dibattito di ieri è stato incisivo, si è cominciato a raccontare come è nato lo Stadio Olimpico e come abbia comportato la crescita del quadrante. Da questo punto di vista, ieri i toni sono stati più calmi? “Trent’anni di esperienza aiutano. Il dibattito serve a riassumere le domande e a ottenere le risposte. Non possiamo assicurarle tutte perché devono arrivare dal Comune, ma questo è il nostro mestiere. Le domande di ieri hanno trasmesso la necessità di dare ulteriori informazioni, sfrutto quest’occasione per un appello: la Roma dovrebbe mettere a disposizione il materiale, questo aiuterebbe molto chi non è informato. Noi non possiamo inventarci le cose. Guardando sul sito si possono vedere le informazioni”.
Il 25 settembre c’è il prossimo workshop, il cui titolo è suggestivo. Cominciamo a entrare nel vivo del progetto? “Sicuramente faccio un leggero passo indietro per dire che ieri sera ho cercato di focalizzare il progetto stadio in quanto tale, per capire se serve già uno stadio a Roma. E se serve, questo progetto presentato è all’altezza di quello che ci si aspetta? La terza domanda sarà invece oggetto dell’incontro del 25: ammesso che la città abbia bisogno del progetto e che questo meriti di andare avanti, Pietralata è il posto giusto in cui realizzarlo? Questo tema sarà il cuore dell’incontro del 25”.
E anche dei comitati per il no… “Certo, come spesso capita noi siamo assistiti. Proviamo a fare la comunicazione al meglio con una società grossa che cerca di aiutarci, perché spesso il dibattito lo ascolta solo chi ha un interesse diretto. È bello immaginare che nel beneficio ci sia il maggior numero di persone, anche chi intravede delle opportunità e intravede delle proposte che portano a migliorare. Il dibattito può incidere, le bocce non sono ferme. Quello di lunedì prossimo a Tiburtina sarà un momento che potrà aiutare a capire se può arrivare lo stadio. È importante il collegamento dei binari. C’è un’opera incompiuta, se va avanti questo progetto con i soldi della Roma si possono creare una zona di verde accessibile, i ponti sui binari, il miglioramento della metro e tante altre cose”.
Secondo la tua esperienza, per come stai seguendo questo dibattito, quali saranno le maggiori difficoltà? “Il traffico e la mobilità sono il tema chiave. Dei temi che in tante altre città europee è stato risolto. Molte persone vanno allo stadio anche per veder un concerto, il traffico deve essere gestito bene. Lì c’è anche l’ospedale Pertini, bisognerà dare garanzie. Se si guarda le prescrizioni, si vede che è ben chiaro come queste criticità vadano risolte. Bisogna capire quali sono le soluzioni”.
Chi ci sarà a dimostrare questi passaggi? “Stanno finalizzando, ma sicuramente ci saranno le due voci principali: il proponente di Roma Capitale con i suoi consulenti, con i tecnici dirigenti dell’assessorato per parlare di mobilità, quindi le persone competenti in questo campo. A differenza di altre situazioni abbiamo voluto non fagocitare le due ore con dichiarazioni, ma abbiamo composto il tutto con un’ora di presentazioni che spiegano il tema, un’ora di domande e di risposte in cui le persone discutono e si confrontano e poi il momento di sintesi finale. Più persone ci sono, più il dibattito sarà efficace”.
Sarebbe bello se Marco Leone ci facesse il punto per ogni incontro… “Volentieri, mi fa piacere pensare di far venire voglia alla gente di prendere parte al dibattito. Questo serve a far sì che venga messo nero su bianco. Ci sono generi di proposte costruttive che arricchiscono e che possono essere fatte dai cittadini”.
FONTE: Il Romanista
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