Tiago Pinto
oggi si appresta a parlare di mercato alle ore 15.30, conferenza che si terrà nella “Sala Champions” del centro sportivo “Fulvio Bernardini” di Trigoria. Tuttoasroma seguirà l’evento live con testo e diretta video:
Qual è la situazione tra Dzeko e Fonseca? Qual è la posizione della società? Chi sarà il capitano sino a fine stagione? “Non mi aspettavo questa domanda (ride, ndr). Sulla questione Dzeko è importante capire che un club è come una famiglia, quando risolve i problemi ne esce più forte. Edin è un giocatore importante nella storia della Roma, Fonseca è il leader del nostro progetto tecnico. Ha svolto un gran lavoro e gli abbiamo affidato il nostro futuro immediato e a medio tempo. Negli ultimi giorni abbiamo avuto delle riunioni tra me, Fonseca e Dzeko, ci sono stati momenti importanti, ne siamo usciti più forti e fiduciosi di raggiungere i nostri obiettivi. Il bene collettivo della Roma è più importante degli interessi personali. Sulla fascia da capitano, un club deve reggersi sulla disciplina, in questo momento Dzeko non è il capitano della Roma, poi lavoreremo per l’interesse della Roma in futuro. E sono sicuro che Edin sarà il primo a impegnarsi in questo senso”.
Dopo il mercato aveva detto che sarebbe arrivato il momento di parlare del rinnovo di Pellegrini: a che punto siamo? “Tengo a ricordare che è stato l’unico calciatore del quale ho parlato individualmente nel corso della mia prima conferenza stampa. Tutti nel club, da Dan e Ryan a me e il mister, riteniamo che rappresenti i valori del nostro progetto: un giocatore giovane, forte, dal grande futuro e con un grande attaccamento al club. Al tempo stesso è un team worker, dedito al lavoro. Siamo ottimisti, a breve ci rivedremo con il suo agente. Contiamo di risolvere tutto”.
Un bilancio sul mercato? “Sono una persona ambiziosa ed esigente con me stessa, ritengo che El Shaarawy e Reynolds rientrino nel progetto del club, possono far diventare la Roma più forte. Abbiamo altresì lavorato per trovare delle soluzioni in uscita, abbiamo calciatori che giocano poco e che sono meno felici, su questo punto non sono soddisfatto perché non siamo riusciti ad accontentarli”.
In caso di mancata qualificazione in Champions, sarebbe necessario il sacrificio di qualche top player? “Siamo al 3 febbraio, questa è una domanda che ci proietta in uno scenario di fine stagione e non posso predire il futuro. Come tutti quanti i dipendenti, noi cercheremo di costruire una mentalità basata sulla quotidianità, sulla conquista dei tre punti partita dopo partita, in questo momento la priorità è la partita contro la Juventus e vincerla”.
può spiegarci le situazioni di Pastore, che ha il contratto in scadenza nel 2023, e di Fazio e Santon, entrambi in scadenza a fine stagione. Arriveranno a fine contratto o si troverà una soluzione? “Nella nostra esperienza, è normale che un calciatore che non giochi non sia felice. Il professionista vuole sempre giocare, a maggior ragione come nel caso di Pastore che è stato infortunato. Abbiamo lavorato insieme agli agenti dei calciatori che permettessero di conciliare gli interessi dei loro assistiti e della Roma. Per una serie di motivi, non abbiamo trovato una soluzione. Adesso il mercato è chiuso, noi siamo una famiglia e tutti lavoreremo al meglio per l’interesse della Roma”.
Può garantire già oggi che Fonseca sarà il tecnico della Roma anche nel prossimo anno? “Tutte le notizie che sono circolate rispetto a presunte riunioni con altri allenatori sono false. Siamo soddisfatti di Paulo Fonseca, la mia relazione con il mister è molto buona, lui non è distratto da queste voci ed è concentrato sulla Juventus e sulle prossime partite”.
Deluso dal comportamento di Fazio e Jesus, esclusi dalla lista UEFA? Qual è la situazione dei conti? “ Sono questioni diverse. Nella Lista UEFA c’è spazio solo per 22 nomi, anche alla luce dei nuovi acquisti che sono stati inseriti, due sono stati tolti. Non sono deluso da alcuni comportamenti nello specifico, delle soluzioni erano state trovate ma per diverse ragioni non è stato poi fatto nulla. Il mercato si è chiuso il 2 febbraio ed oggi è 3, proseguiamo tutti insieme lavorando per il club. Sui conti, posso dire che la pandemia ha determinato nuovi e seri problemi per tutte le squadre”.
Com’è nata l’idea dello scambio Dzeko-Sanchez? E la decisone è stata presa anche dall’umore della piazza?
“Tutto ciò che ha detto Giuseppe Marotta corrisponde al vero, il mio atteggiamento nei vostri confronti sarà sempre di massima apertura e trasparenza. Confermo che ho incontrato Piero Ausilio, abbiamo parlato di diverse questioni ma non abbiamo mai intavolato una vera e propria trattativa . La grandezza di un club dipende dalla propria tifoseria, la Roma è conosciuta nel mondo grazie ai suoi supporters. Le decisioni che prendiamo vanno nell’interesse del club, devono corrispondere con le strategie della proprietà e dobbiamo essere fedeli alle nostre idee per rendere ìl club vincente. Su Dzeko non c’è mai stata una trattativa”.
Dirà a Fonseca di far giocare Dzeko contro la Juventus? Chi decide sulla fascia da capitano? “Sono due questioni ben diverse. La fascia da capitano coinvolge il mister e la società, ci sarà una decisione condivisa. Sulle scelte tecniche, Fonseca ha piena autonomia, non potrebbe essere diversamente”.
Alla Roma non serve nessun altro dirigente? “Confermo quanto detto nella mia conferenza stampa, io sono il responsabile della parte sportiva. Adesso devo concentrarmi nella struttura del club, ci sono delle aree che fanno da supporto alla quotidianità di un club che andranno rinforzate e migliorate. Il club deve avere una struttura professionale e forte”.
Mkhitaryan eserciterà l’opzione per il rinnovo sino al 2022? “Per noi è un calciatore molto importante, per il suo rendimento sportivo. È il secondo giocatore in Europa alle spalle di Bruno Fernandes per gol e assist fornito. È un professionista eccellente, è un esempio per tutti e può essere d’aiuto nella crescita dei giovani. Nel suo contratto c’è una clausola che gli permette di esprimersi sul rinnovo, ha già dichiarato di essere felice e a breve incontrerò il suo agente, abbiamo interesse nel proseguire insieme”.
La precedente proprietà applicava una politica basata sul tenere i costi alti per raggiungere gli obiettivi sportivi. Avete in mente una strategia diversa? “Non mi piace esprimere dei commenti sul passato, c’è stata una gestione con un proprio orientamento strategico, sono stati fatti determinati investimenti e a voi lascio le valutazioni. Posso dire che, dal primo giorno che sono qui, ho concordato con Dan e Ryan che il denaro non è tutto, non è una corsa a chi spende di più, ci siamo detti di essere equilibrati nella questione denaro. Faremo investimenti, ma conta la qualità del denaro investito e non la quantità. Quando acquisteremo nuovi calciatori, vogliamo essere certi che siano funzionali e aiutino la Roma a vincere. Aggiungo solo che in questo mercato di gennaio, abbiamo lanciato un messaggio molto preciso, un esempio di quello che vogliamo fare. Sappiamo quali siano le difficoltà del momento, abbiamo preso due calciatori che corrispondono al profilo dei calciatori che vogliamo. El Shaarawy è nel giro della Nazionale, Reynolds era tra i migliori della MLS, abbiamo fatto due ottime operazioni per il futuro”.
Che tipo di giocatore è Reynolds? Come lo ha convinto a scegliere la Roma? “Reynolds è stato preso per i prossimi 5 anni, sono due mesi che non scende in campo perché il campionato americano era finito, poi è stato in ferie e ha avuto il COVID-19. Sono molto felice di questo acquisto perché tanti club avevano mostrato interesse nei suoi confronti e sono contento che abbia scelto noi. Reynolds è un giocatore dall’elevato potenziale nonostante abbia appena 19 anni, deve migliorare difensivamente ed è arrivato nel campionato migliore per farlo. Dal punto di vista, ha caratteristiche straordinario, abbiamo in mano un gioiello che dobbiamo raffinare”.
Quanto è importante prendere un calciatore come El Shaarawy che ha mostrato tanta voglia nel tornare nella Capitale? “È una buona domanda, è una delle sfide che abbiamo nello scouting, cioè individuare le caratteristiche psicologiche ed emozionali dei calciatori, che delle volte non si ambientano in una nuova realtà. Sicuramente, l’impegno e la felicità di un calciatore è determinante ai fini dell’ambientamento, El Shaarawy e Reynolds hanno deciso di abbracciare con entusiasmo questo progetto. El Shaarawy ha sempre voluto fortemente tornare alla Roma e la sua volontà è stata determinante, senza di essa probabilmente non ci saremmo riusciti, per me è un motivo di grande soddisfazione”.
Bilancio sulle prime settimane di lavoro a Roma? “Ci sono stati dei momenti che sembravo come quel personaggio di Voltaire che, dove metteva piedi, faceva accadere dei problemi (ride, ndr). Parlando più seriamente, sono stati dei giorni complicati perché sono arrivato nel bel mezzo del mercato invernale. Ho goduto del sostegno delle persone che lavorano nella Roma, ho goduto della fiducia della proprietà. La Roma è un club con grande potenziale, si può costruire una struttura ancora più vincente, da oggi potrò dedicarmi ancor più in questo, potrò sviluppare tutti i vari dipartimenti per rendere la Roma più forte”.
FONTE: Roma TV