Deromanizzazione. Qualche umorista fallito, coniò pure questo termine per spiegarci come l’allora nuova proprietà americana intendeva gestire la società giallorossa. Roba che poi è rimasta nel tempo, per certi versi è ancora attuale, visto che non più tardi di qualche settimana fa un opinionista altrettanto fallito, ha sentenziato che «questi oggi si sarebbero venduti pure Totti». Questi intesi come americani. Peccato che il fallito si sia dimenticato che questi a Totti hanno garantito altri due contratti, il secondo firmato a trentanove anni, prolungando pure di un’ulteriore stagione i cinque anni da dirigente previsti dall’ultima firma con la gestione Sensi. Ma tutto questo fanno finta di non ricordarlo. E allora meglio parlare della presente deromanizzazione.
In questo senso l’ultimo esempio c’è stato a Empoli sabato scorso. Quando tra formazione iniziale e cambi, Eusebio Di Francesco ha mandato in campo quattro ragazzi de’ Roma, tutti cresciuti a Trigoria. Generazioni diverse, da De Rossi a Florenzi, da Lorenzo Pellegrini a Luca Pellegrini, il più giovane di tutti avendo appena diciannove anni. Tutti figli di Roma: il Capitano di Ostia, il vice Capitano di Vitinia, i due Pellegrini entrambi di Cinecittà, in pratica tutti di Roma Sud visto che ora c’è questa contrapposizione, peraltro a volte simpatica, con Roma Nord. In tre hanno fatto parte della formazione iniziale, Florenzi è subentrato dalla panchina, ma solo perché il tecnico ha ritenuto opportuno dargli un mezzo turno di riposo in considerazione delle tante e dispendiose partite giocate in precedenza. Erano anni che non si vedevano quattro romani (e romanisti) nella formazione di una partita e questo proprio due campionati dopo il ritiro del numero dieci. E infatti a inizio stagione, non è stato un problema occupare tutte e quattro le caselle per la rosa previste dal regolamento per quel che riguarda i ragazzi cresciuti nel settore giovanile. Una conferma, questa dei romani e romanisti, che da decenni in Italia è una caratteristica unica della Roma in Italia e non solo. C’è un filo rosso che dai tempi di Agostino Di Bartolomei (ma pure prima) ha consentito alla Roma di avere Capitani romani, cresciuti nel settore giovanile, romanisti: Agostino, Giannini, Totti, De Rossi, domani Florenzi, dopodomani Lorenzo Pellegrini, dopodopodomani Luca Pellegrini. E in prospettiva c’è pure il baby Alessio Riccardi, classe 2001, talento della Primavera, pronto a rinverdire questo filo giallorosso, pure lui romano de’ Roma. (…)
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