«Quest’anno non potete lamentarvi, finalmente un campionato aperto, la Juve non è più padrona assoluta, l’Inter è competitiva e soprattutto c’è il ritorno di Lazio e Roma. Da quello che vedo in tv, spettacolo gradevole, anche le belle imprese dell’Atalanta. Quello italiano è un calcio fatto di passione, parlo dal punto di vista sportivo, le beghe politiche non mi appassionano. Mi dispiace però vedere qualche stadio semivuoto».
Per convinzione e per necessità, Mancini sta lavorando sui giovani, ce ne sono molti interessanti, manca ancora l’esperienza internazionale: Zaniolo, Chiesa, Barella, Pellegrini, Sensi, Meret, Castrovilli. Che ne pensa? «Il coraggio deve venire soprattutto dalle società e dagli allenatori: Zaniolo è molto promettente, ma non fate paragoni con Totti, ha bisogno di crescere, non esistono due giocatori uguali. Ha classe, forza fisica e temperamento, lasciategli fare la sua vita, troppa fretta vuol dire anche troppa responsabilità. E vale per tutti questi ragazzi».
In Serie A sono già saltate le panchine di Ancelotti, Montella e Thiago Motta; a proposito delle romane, invece, Fonseca (…) hanno rilanciato squadre e ambiente…
«Lo sappiamo tutti, il calcio non fa sconti, è il destino dei tecnici. Fonseca lo conosco meno, ma mi sembra stia dando equilibrio e sicurezza alla Roma, un mix di giovani e meno giovani; (…)».
FONTE: Il Messaggero