Luci e ombre. Dieci vittorie e sette sconfitte. Uno stadio sempre pieno, una classifica non certo esaltante. L’impresa di Bergamo e il pareggio triste con la Sampdoria. Una squadra con più carattere ma meno bella da vedere e sprovvista di soluzioni quando si affrontano rivali chiuse. Il primo bilancio della Roma di Mourinho, sesta in classifica e staccata di sei punti dal quarto posto, è in chiaroscuro, non in linea con il fomento che ha accompagnato l’arrivo del portoghese sulla panchina giallorossa e, soprattutto, con i costi della rosa e gli investimenti fatti sul mercato la scorsa estate.
I numeri isolati dicono che al giro di boa questa squadra ha totalizzato gli stessi punti, 32, di quella allenata da Zeman nel 2012/13, appena uno in più della Roma di Luis Enrique, rispettivamente quattro e sei in meno dei due gironi d’andata condotti da Fonseca, che l’anno scorso in realtà sul campo ne ha ottenuti sette in più. Mourinho può senz’altro riguadagnare terreno nella seconda parte del campionato, visto che nel passato torneo i giallorossi hanno raccolto appena 25 punti mollando totalmente le ultime partite per concentrarsi sull’Europa League.
Servirà però una Roma diversa, più continua e capace di adattarsi alle diversità offerte dalle singole partite. L’avvio del 2022 mette un po’ di ansia: c’è il Milan il 6 gennaio, tre giorni dopo arriva la Juventus all’Olimpico. Bisogna rimboccarsi le maniche subito dopo le vacanze: il rientro dei giocatori nella Capitale è previsto il 30, gli allenamenti dovrebbero riprendere il 31. Al momento è inutile aspettarsi chissà quali rinforzi dal mercato, il tecnico dovrà trarre nuove energie dal rientro di capitan Pellegrini e, si spera il prima possibile, di Spinazzola.
«Quest’anno non mi sono posto un obiettivo» ha confessato Mourinho prima di vincere a Bergamo, il progetto concordato con i Friedkin resta di durata triennale ma il ritorno in Champions è fondamentale per tornare grandi. Il ridimensionamento della Roma è ormai consolidato da ben prima dell’arrivo di Mourinho e della nuova proprietà. L’ultimo piazzamento nei primi quattro posti risale alla stagione 2017-18, la prima con Di Francesco in panchina nobilitata dalla semifinale di Champions giocata contro il Liverpool. Poi una serie di eventi concatenati hanno abbassato il livello della rosa ed è chiaro come non basti Mourinho a riportare la Roma in alto. Il 2021 è stato comunque un anno di svolta, ma i numeri restano lì senza possibilità di smentita: con 67 punti raccolti nell’anno solare i giallorossi sono la settima squadra d’Italia, a -11 dalla Lazio sesta. È ora di risalire la china.
FONTE: Il Tempo – A. Austini