Se giustamente «un mercato non può essere giudicato a settembre» (Monchi dixit), non lo si può valutare in modo definitivo nemmeno il 14 ottobre. Tuttavia 8 gare di campionato e due di Champions permettono un primo bilancio sui nuovi arrivati (12) a Trigoria.
PORTIERI In estate via Alisson, Skorupski e Lobont, dentro Olsen, Mirante e Fuzato. Attualmente l’unico che ha giocato è stato lo svedese: 900 minuti (13 gol subiti), è il più utilizzato della rosa. Inizio difficile, alimentato da qualche incertezza. Ora, pur reduce da un gol subito nelle ultime 4 gare, deve convincere gli ultimi scettici. Se però il teorema del preparatore Savorani è valido – «Un portiere alla fine della stagione deve averti regalato qualche punto» – Robin è a +1 con la parata al 90′ su Giaccherini contro il Chievo.
DIFENSORI In difesa, arriva la sorpresa che non t’aspetti. Tutta l’estate a ritenere che Marcano avrebbe insidiato Fazio e che Bianda sarebbe riuscito a sopravanzare Jesus ma nessuno avrebbe scommesso un centesimo su Santon. Risultato? Il francese non ha ancora debuttato e fatica anche nella Primavera mentre l’ex Porto (3 presenze, 180 minuti) sta trovando più difficoltà del previsto, sopravanzato da Jesus nella gerarchia dei centrali. Ottimo invece l’impatto di Santon (4 presenze, 283 minuti) che adesso, con il passaggio al 4-2-3-1, l’involuzione di Karsdorp e la possibilità per Florenzi di giostrare nel tridente offensivo, avrà ancora più spazio.
CENTROCAMPISTI È il reparto dove Monchi ha investito di più: 95 milioni (diluiti, ndc) per Cristante, Pastore, Nzonzi, Coric e Zaniolo. L’ex interista (93 minuti, 3 presenze) ha inanellato tre debutti: Champions, campionato e Under 21. A dimostrazione del valore del ragazzo. Coric – a sorpresa e a dispetto delle 17 presenze in Champions – è ancora in attesa di una possibilità che Di Francesco ha annunciato essere prossima. Nzonzi (653 minuti, 8 presenze 1 gol) dopo un avvio in salita è diventato il padrone della mediana. Sempre più leader e al centro del gioco. Diverso il discorso per Pastore (373 minuti, 6 presenze, 2 gol) e Cristante (364 minuti, 8 presenze, 1 gol). Acquistati per garantire più qualità, l’argentino nel ruolo di mezzala nel 4-3-3 ha fatto molta fatica. Ha saputo regalare perle di tecnica (le due reti di tacco all’Atalanta e al Frosinone) ma poi i due infortuni ai polpacci non l’hanno aiutato. L’ultimo, al derby, proprio nel momento in cui la virata tattica doveva permettergli di giostrare nel suo ruolo preferito, quello di trequartista. Ora l’esplosione di Pellegrini lo costringe a rincorrere. Cristante invece appare ancora alla ricerca di una collocazione precisa in campo.
ATTACCANTI È il turno di Kluivert (223 minuti, 5 presenze, 1 gol). Osannato dopo il debutto in campionato contro il Torino, ha poi avuto qualche difficoltà a ripetersi. Tribuna a Madrid, due ingressi a gara in corso con Atalanta e Chievo non memorabili, male da titolare a Bologna, s’è ripreso in Champions col Plzen, segnando il suo primo gol con la maglia della Roma. Va soltanto aspettato.