Nato in Uganda, Elio Capradossi, classe ’96, cresciuto nelle giovanili giallorosse e grande tifoso romanista: “Con papà andiamo a vedere tutte le partite e aspettavamo una giornata così”. Rientrato a Roma nella finestra di mercato di gennaio, ha esordito a Cagliari. Un prestazione di grande personalità, una serata che Elio ricorderà a lungo.
Cosa ha pensato quando il mister le ha detto che sarebbe sceso in campo titolare? “È stata una grande emozione, non me lo aspettavo, è successo tutto all’improvviso. Kostas si è fatto male nel riscaldamento pre-partita e il mister mi ha chiamato per dirmi che era arrivato il mio momento. Ho provato a non pensarci, a controllare l’emozione per scendere in campo il più pronto possibile”.
Dall’esterno è sembrato che tutti i suoi compagni, Fazio in particolare, l’abbiano aiutata… “Sì, Fede mi ha aiutato tantissimo, ogni palla, ogni contrasto era un incitamento! Per un giovane all’esordio è molto importante, mi ha dato una grande mano”.
A gennaio il rientro a Roma: quanto è bello tornare a vestire la maglia per cui si fa il tifo, dove si è cresciuti? “Per me è stata la realizzazione di un sogno, vado allo stadio con mio padre da quando ero piccolo e abbiamo sempre sperato che un giorno potesse arrivare l’esordio… una serata bellissima”.
Magari lo aveva immaginato diversamente, la comunicazione del mister prima, la riunione tecnica… invece tutto è successo all’improvviso… “Generalmente bisogna sempre essere pronti, ci alleniamo e ci prepariamo per questo. Non credo ci sia una grossa differenza tra prepararla molto prima o all’ultimo… anzi forse è meglio saperlo all’ultimo. Così non hai modo di stare a pensarci tanto, in dieci minuti devi essere pronto”.
Da gennaio ad oggi ha avuto modo di conoscere meglio Di Francesco, che rapporto ha con il mister? “Sin dal primo giorno mi ha spronato a fare bene che magari un giorno sarebbe stato quello buono. Almeno un paio di volte in questi mesi mi ha detto che mi stavo allenando bene, di continuare così e poi l’occasione è arrivata”.
La Roma ha fatto una grande stagione, da dentro qual è il segreto di questo gruppo? “Da gennaio ad oggi ho avuto modo di conoscere un gruppo fantastico, un gruppo di ragazzi che si danno una mano. La forza del gruppo si vede nel rendimento”.
Nel gruppo ha avuto modo di ritrovare Lorenzo Pellegrini, suo compagno di squadra in Primavera… “Lorenzo ed io abbiamo un bellissimo rapporto. Sin da quando giocavamo negli Allievi, la Primavera, la nazionale giovanile… siamo stati sempre legati. E mi ha molto aiutato ritrovarlo, mi è servito per inserirmi nel gruppo in questi mesi”.
C’è un compagno tra i nuovi che l’ha aiutata in questi mesi di ambientamento? “Nessuno in particolare, tutti nella loro parte mi hanno dato una mano. È normale che ho un rapporto diverso con i più giovani, ma in campo tutti mi hanno aiutato”.
Quanto è diverso dall’Elio Capradossi capitano della Primavera? Come è stato il suo percorso? “Sono cresciuto molto, l’esperienza a Bari in B è stata ottima, davvero molto importante per me. Giocare con i grandi ti fa crescere, poi Bari è una piazza di tutto rispetto. Sono maturato dal punto di vista caratteriale, in personalità, a mano a mano che sono cresciuto fisicamente”.
Cosa ne pensa dell’introduzione delle squadre B? è argomento d’attualità di queste ultime settimane… “A mio parere è molto importante, darebbe modo ai ragazzi di crescere più in fretta. In qualche modo di prepararsi al salto nel calcio dei grandi”.
Domenica ultima gara della stagione, che partita si aspetta a Reggio Emilia? “Non sarà una gara facile, ma è importante per noi perché ci permette di raggiungere definitivamente il terzo posto, un traguardo importante. Sarà una sfida difficile e la dobbiamo affrontare nel miglior modo possibile”.
Quali sono i suoi obiettivi futuri? “Io penso a lavorare giorno per giorno per migliorare sempre di più e vedremo dove arriverò”.