«Ma se il Napoli ha preso Ancelotti, perché la Roma non può prendere Conte?». L’interrogativo, sottolineato da toni accorati, rimbalza sui siti, nelle radio e in ogni angolo della città. E, puntualmente, anche sui social, con l’hashtag #iovoglioconte che testimonia in maniera netta il desiderio di cambiamento che agita il mondo romanista. Eusebio Di Francesco è stato individuato come il primo responsabile della triste stagione della Roma e Antonio Conte rappresenta il sogno dei tifosi giallorossi. Perché è bravo, molto bravo, perché non ha squadra (anche se è sotto contratto con il Chelsea) e perché ha quella personalità che, oggi più che mai, appare indispensabile per guidare il gruppo di Trigoria. E perché, dopo aver investito tanto negli anni passati sui giocatori, la Roma con l’ex Ct investirebbe per la prima volta in maniera pesante su un allenatore.
I NUMERI – Conte, che ha una voglia matta di tornare sul palcoscenico della Serie A per sfidare la Juventus, è sotto contratto con il Chelsea fino al 30 giugno del prossimo anno. Ha un contratto di circa 10 milioni di euro netti (bonus esclusi), ma nessuno dimentica che per allenare la Nazionale si era accontentato di 4 milioni netti. Questo non vuol dire che potrebbe tagliarsi una robusta fetta del suo stipendio per mollare il Chelsea (c’è in atto una causa legale per togliere più soldi possibile ad Abramovich, che gli ha preferito Maurizio Sarri) e accettare l’offerta di un altro club. Tipo la Roma, che oggi gira circa 3 milioni di euro netti (fino al 2020) a Di Francesco. Il tifoso della Roma è stanco di fare il commercialista e, quindi, poco ormai gli interessano i conti della società. Sogna un top coach, sogna una squadra che possa finalmente tornare a vincere qualcosa dopo 10 anni abbondanti di astinenza e per questo sogna Conte. Sognare, si sa, non costa nulla, Conte invece costa molto. È questo il punto, dando per scontato che il tecnico pugliese abbia voglia di legarsi al club di James Pallotta. Che, ad esempio, non potrebbe garantirgli di non vendere tutti i pezzi da novanta della rosa. Sogno agitato, insomma. Come quello dei tifosi partenopei di vedere Ancelotti sulla panchina del Napoli. O no?