(…) Grazie alla doppietta segnata contro il Porto in Champions League, Nicolò Zaniolo ha anticipato il suo San Valentino facendo sì che la Roma giallorossa s’innamorasse di lui, e visto che la passione – come si conviene – è irrazionale, ieri la Capitale si è risvegliata con un’ondata di tifosi che proponeva qualcosa che solo poche ore prima sarebbe parso blasfemo: dare al Predestinato la maglia numero 10, quella che fu del capitano di una generazione, Francesco Totti. (…).
Una prestazione del genere (…) ha ridato voce anche a James Pallotta, che ieri ha santificato la Roma e soprattutto il suo baby d’oro (in tutti i sensi). «Ragazzi come Zaniolo e Pellegrini sono intelligenti e maturi. Si sta parlando di giocatori che credo possono essere futuri leader a Roma. Nicolò non abbiamo bisogno di venderlo e il paragone con Alisson non si può fare, perché è stato lui a volersene andare». Insomma, le parole che tutti i tifosi giallorossi vorrebbero sentire, ed è per questo che si passerà dalle parole ai fatti. Al netto della Juve e dell’ormai celebre pizzino di Paratici (ormai superato), che assegnava a Zaniolo un valore di 40 milioni, il decollo europeo ha messo addosso al ragazzo anche gli occhi di club blasonati come Chelsea e Real Madrid. Ma mentre il c.t. Mancini gongola per la Nazionale che verrà, la strategia del suo manager Vigorelli e della famiglia appare chiara: niente estero per il momento, perché alla sua età Nicolò – pur mostrando maturità da veterano, unità alla sfrontatezza dei suoi 19 anni – potrebbe bruciarsi; niente trasferimento in altri club perché a Roma (e alla Roma) il ragazzo si trova benissimo. Ovvio però che occorrerà dare al ragazzo un contratto all’altezza del peso che ha nella squadra. (…)
Da metà marzo (dopo il match di ritorno col Porto) cominceranno trattative che a giugno porteranno alla firma di un contratto fino al 2024, presumibilmente sulla base di 2 milioni di base più bonus (ad obiettivi e a rendimento) che possano far lievitare l’ingaggio fino a 2,5 milioni. (…).