«Nelle giovanili non ho avuto certezze, anzi: più delusioni. Non c’è un momento in cui ho pensato “ce la faccio”. Ho iniziato al Genoa e poi sono andato alla Fiorentina, partendo con gli Esordienti, poi gli Allievi e quindi la Primavera. Poi mi hanno comunicato che non c’era posto per me. Mi sono demoralizzato. Dopo 7 anni trascorsi lì mi sentivo in famiglia. È stata una doccia fredda e ho pianto una settimana intera. Poi mi sono rimboccato le maniche, sono andato all’Entella, ma in Primavera non giocavo, dovevo ancora ambientarmi, così mi ritrovai nel bar di mio padre a La Spezia, che piangevo. Gli dissi: “Se non riesco a giocare qui, forse devo fare qualcos’altro nella vita”. E lui mi rispose: “Fai l’ultima settimana a mille, fatta bene, senza pensare”». L’ho fatta e da lì non sono più uscito». (…)
Da Roma però Zaniolo non se ne andrà. «Alla fine giocando in squadra con De Rossi e Florenzi, o vedendo a quello che ha fatto Totti, capisci quanto si può essere attaccati a questa squadra e a questi tifosi. Sarebbe un sogno fare le stesse cose». E pensare che in agosto stava per andare in prestito. «Quando sono tornato dalla tournée ero il 9° centrocampista e l’idea di andare fuori a farsi le ossa c’era. La società ha creduto in me e anche Di Francesco». Prossima tappa: la Nazionale. «Ho parlato con Daniele delle emozioni vissute con la vittoria del Mondiale. E mi è venuta la pelle d’oca. Un giorno, magari, spero di riuscirci anch’io». Lo speriamo tutti. Confidando che tanti come lui sboccino presto.