Ranieri, a parole e soprattutto con i fatti, fa largo a Conte sulla panchina della Roma. Che vince e diverte contro il Cagliari: 3-0 senza storia e convincente, apprezzato dal pubblico dell’Olimpico. Il risultato, però, vale più dell’esibizione: i giallorossi passano la notte al 4° posto, piazzamento fin qui mai raggiunto in stagione, in attesa di Torino-Milan (stasera, ore 20,30) e di Atalanta-Udinese (domani alle 19). Ora sono Gattuso e Gasperini a inseguire, con 2 punti di ritardo.
AVANTI TUTTA – Ranieri, proprio per lanciare la Roma in zona Champions, decide di osare. Il 4-2-3-1, negli interpreti, è spregiudicato. Nel rombo offensivo, con Dzeko centravanti, torna titolare in campionato, dopo 7 mesi, Pastore, mai più schierato dal derby d’andata (29 settembre) e utilizzato dall’inizio, nel 2019, solo in Coppa Italia al Franchi (30 gennaio), nel pomeriggio del crollo contro la Fiorentina. Sulle fasce Kluivert a destra ed El Shaarawy a sinistra, chiamati a sacrificarsi nei rientri per allinearsi ai mediani Nzonzi e Lorenzo Pellegrini, gli unici disponibili, essendo De Rossi infortunato e Cristante e Zaniolo squalificati.
La linea a 4 davanti a Mirante, imbattuto in 3 delle ultime 4 gare, è la migliore con Florenzi che è in giornata, Manolas che supera il provino in mattinata, Fazio e Kolarov che faranno centro, aprendo e chiudendo la sfida. Il Cagliari, anche per la sconfitta dell’Empoli terzultimo a Bologna nel pomeriggio, entra all’Olimpico con la salvezza ormai in cassaforte: + 11, a 4 turni dalla conclusione del torneo. Maran, dunque, decide di non alzare il muro davanti ai giallorossi e conferma il 4-3-1-2 spavaldo, con Birsa dietro a Joao Pedro e Pavoletti, lasciando Barella nel ruolo di mezzala destra.
SCATTO PREPOTENTE – La Roma si prende subito il match, evitando di complicarsi la vita come è successo altre volte in questo torno contro formazioni di bassa classifica, alle quali ha lasciato 16 punti. All’andata anche il Cagliari approfittò dei regali giallorossi. Fazio fa subito centro di testa, su corner di Lorenzo Pellegrini: Cragno respinge abbondantemente oltre la linea e la goal technology timbra il vantaggio. E’ il 5° gol del difensore in campionato, quota mai raggiunta in carriera. In poco più di 7 minuti, il risultato è al sicuro: Kluivert semina, e non sarà l’unica volta, Luca Pellegrini e acchita al limite a Pastore che, con eleganza, mira di piatto nell’angolo.
RISCATTO PARZIALE – Il suo ultimo gesto all’Olimpico, prima del destro chirurgico per il raddoppio, lo indirizzò, e non in porta, nel derby di ritorno a Di Francesco che lo mise in campo a gara ormai chiusa. Meglio, senz’altro, questa pennellata di classe del giocatore che più sintetizza, però, il flop del mercato estivo dell’ex ds Monchi. Pastore finalmente ispirato e a suo agio, anche perché gli avversari non lo aggrediscono in pressing, rilassati e teneri. Maran, nella sfida inedita con Ranieri, assiste dunque al match mai nato. L’unica chance è il destro in corsa di Pavoletti che, su invito di Joao Pedro, chiama al volo Mirante.
Il resto accade attorno a Dzeko, pivot carismatico: Florenzi, dopo lo scambio in corsa con centravanti, calcia largo, Pastore prende la traversa, sfruttando la finta in area di El Shaarawy liberato da Kluivert che straripa a destra. Cragno, possibile rinforzo per la prossima stagione, devia su El Shaarawy e si ripete subito nella ripresa in uscita su Dzeko. Il centravanti, destro deviato da Ceppitelli, colpisce il palo: diventano 19 i legni stagionali. La gara rimane a senso unico: pure Lorenzo Pellegrini si avvicina al tris. Ci pensa Kolarov, addirittura di destro, con l’8° gol in questo torneo per il record personale e dare un senso alla ripresa in cui la Roma si è esercitata nel tiro al bersaglio.
FONTE: Il Messaggero – U. Trani