Eusebio Di Francesco più per necessità che non per virtù e ora Paulo Fonseca che ne ha fatto da sempre un marchio di fabbrica. Insomma, dal gennaio 2016 ad oggi la Roma è costruita essenzialmente sul 4-2-3-1, il modulo con cui ha giocato quasi la totalità delle partite degli ultimi tre anni. Ma per quanto il modulo sia sempre lo stesso, ci sono alcune differenze basilari da uno all’altro allenatore. Ad iniziare dalla posizione e dai movimenti del trequartista centrale, quello che gioca alle spalle del centravanti. (…)
Fonseca sembra aver deciso, sarà Zaniolo a giocare lì. (…) Fonseca ci vuole un rifinitore ed in attesa che lo stesso Pastore risolva i suoi soliti problemi fisici (l’argentino per il ruolo è comunque tenuto in considerazione dal tecnico portoghese), la scelta è caduta proprio su Zaniolo. Che ci ha giocato per la prima volta in questo nuovo corso contro il Real Madrid, facendo molto bene dietro la punta, ma svariando anche spesso e volentieri e andando a are le cose più belle con due strappi in fascia, dove è andato via di forza prima a Eder Militao e poi a Casemiro.
E proprio Zaniolo ieri è tornato a parlare per festeggiare la firma del suo contratto. «Era il mio desiderio, abbiamo lavorato con la società per il futuro. Il club mi ha detto che è un salto nei grandi e che ora devo mantenere la testa salda. La prima cosa che ho pensato è che ora sono diventato un giocatore vero e proprio. Lo scorso anno ho lavorato per mettere dei dubbi al tecnico, non ho mai mollato. C’erano tante pressioni, non è stato facile per me, ma fare il calciatore è questo. Ma io non ho mai pensato di poter lasciare la Roma. Anzi, qui spero di togliermi molte soddisfazioni visto che siamo un gruppo forte. (…)».
FONTE: La Gazzetta dello Sport