«Voglio continuare ad allenare». Detto, fatto: Claudio Ranieri è il nuovo tecnico della Sampdoria, contratto biennale ed ennesimo gruppo da «riparare». Poteva restare alla Roma da dirigente e invece adesso la sfiderà da avversario, per uno strano scherzo del destino che gli mette di fronte subito la squadra del cuore, appena lasciata a Fonseca, nel giorno del suo compleanno (il 20 ottobre si gioca a Marassi e lui compirà 68 anni), alla guida dei blucerchiati che gli costarono uno scudetto in giallorosso nel 2010.
E che fino alla settimana scorsa erano allenati da quel Di Francesco che lo stesso Ranieri aveva sostituito a Trigoria otto mesi fa. No, il testaccino Claudio non poteva proprio restare da dirigente nella società presieduta dal «fenomeno di Boston» e diretta a distanza dalla «testa grigia di Londra»: Ranieri li ha definiti così, Pallotta e Baldini, parlando a maggio con i tifosi inferociti per il contratto non rinnovato a De Rossi, parole poi tramandate di telefono in telefono e diventate pubbliche che hanno infuocato il mondo romanista e che l’allenatore non ha poi voluto smentire.
Era solo il preludio di un’estate pesantissima, culminata con l’addio di Totti in piena polemica, una sorta di fronte comune dei romani contro un club ormai di vocazione internazionale e, a detta loro, poco rispettoso del valore dei simboli.
Cinque mesi dopo c’è una Roma nuova di zecca tornata all’inseguimento della Champions ma ancora piena di problemi (soprattutto in infermeria…) che avrebbe certamente scelto un altro rivale per ripartire dopo la sosta.
I numeri della carriera di Ranieri sono un avverti-mento a Fonseca. È subentrato sette volte nel corso di una stagione (Valencia nel 1997, Chelsea nel 2000, Parma nel 2007, Roma nel 2009 e nel 2019, Inter nel 2010 e Fulham nel 2018) e al debutto il tecnico di San Saba ha vinto quattro volte, pareggiato una e perso solo due volte.
In giallorosso, ad esempio, è partito bene quando ha sostituito Spalletti dopo appena due giornate di campionato, iniziando a Siena una cavalcata incredibile che lo ha portato a un passo dallo scudetto, e ha vinto anche lo scorso anno – non senza fatica – contro l’Empoli nella prima partita del post-Di Francesco.
Non sempre poi è riuscito a portare a compimento l’opera, ma il suo impatto sulla panchina di solito sortisce effetti immediati. Fonseca, intanto, fa la conta dei disponibili e aspetta di essere convocato in Figc per discutere il ricorso sulla squalifica di due giornate: se i legali del club non riusciranno a cancellare l’intera sanzione sarà il suo vice Campos Nuno a stingere la mano in campo a Ranieri.
Il borsino degli infortunati ad oggi prevede il recupero di Florenzi e Perotti, ma quest’ultimo – ieri in gruppo mentre Juan ha svolto una seduta individuale programmata – andrà al massimo in panchina. Il vero dubbio riguarda Dzeko, volato comunque in Bosnia per assistere alla gara della sua nazionale dopo l’operazione allo zigomo.
Lunedì sarà di nuovo a Trigoria per la ripresa degli allenamenti, sulla carta potrebbe giocare con una maschera protettiva ma solo nei prossimi giorni si capiranno i margini di un suo impiego. Under sta per tornare in gruppo e il suo rientro oscilla tra Samp e Gladbach in coppa, serve ancora qualche giorno a Mkhitaryan. Per non parlare di Diawara, Pellegrini e Zappacosta.
FONTE: Il Tempo – F. Biafora