Lei è brasiliana, ma viene dalla Spagna, dove le calciatrici scioperano per l’uguaglianza anche, ma non solo, per il salario minimo garantito.
«Per cambiare le cose si deve lavorare insieme: Italia, Spagna, Brasile, qualsiasi parte del mondo. Solo insieme si può».
Sempre in tema di Spagna, differenze tra quel campionato e la Serie A? «Non credo tantissime. Ci sono tre o quattro squadre molto competitive, come Barça o Atletico, e altrettante qui. È un campionato interessante».
La Juventus, che affronterete domenica al Tre Fontane, è la favorita? «Per il campionato sì, sono forse la squadra da battere. Ma anche la Roma è forte, ve lo assicuro».
Come ci arrivate? «È una partita che si prepara da sé, un “classico” e abbiamo avuto una settimana per prepararci dopo l’ultima sconfitta ».
Cosa non è andato contro la Florentia? «Non abbiamo fatto i gol che dovevamo fare, segnare è importante. Non è stata una buona giornata per la Roma, credo che avremmo potuto fare di più; questi tre punti persi potrebbero pesare molto alla fine del campionato».
Cosa ruberebbe alla Juve? «Niente. Loro sono loro, noi siamo noi. Siamo una squadra che vuole vincere e domenica farà di tutto per dimostrarlo».
Come si trova a Roma? Sa che questa è sempre stata una città speciale per i suoi connazionali calciatori? «Certo che lo so. Conosco Falcao, un idolo, e poi Cafù, Julio Baptista, Marquinhos e in tempi più recenti Alisson. C’è sempre stato un legame confidenziale e infatti io qui mi trovo molto bene».
FONTE. La Gazzetta dello Sport