La folgore di Ibanez non è solo bellissima. È catarsi allo stato puro. Liberatoria, dentro un match che, per lunghi tratti, ha camminato al confine dell’incubo. Vittoria di cuore più che di tecnica. Di episodi più che di sostanza. Che vale platino e chi se ne frega se ha un retrogusto fantozziano nell’occasione del pareggio. Piovuto dal cielo amico subito dopo il fallito rigore del 2 a 0 Ajax, molto più che l’orlo del baratro per una Roma finita nel pieno della sua proverbiale, comatosa fragilità, nelle mani e nei piedi più che mai tremuli di un portiere che non sai mai se sta per spedirti all’inferno o in paradiso. Quanto di peggio, se il tuo mestiere è quello di dare certezze.
Da qui a una settimana sarà fondamentale recuperare uomini ed energie. Cuore e sorte, l’essenza della Roma vista alla “Johan Cruijff Arena” potrebbero non bastare. Fondamentale ritrovarsi più che mai in gioco dentro una stagione che non ha molto altro da dare e un Fonseca che porta a spasso la faccia patibolare di quasi tutti gli allenatori al secondo anno di supplizio romanista. Altra buona notizia della serata, questo Ajax è distante anni luce da quello che due anni fa terrorizzava l’Europa.
Partita dai tre volti. Nell’infinita tortura del non saper mai prima che Roma e che Dzeko saranno, la prima mezz’ora sembrava servire un responso rassicurante. Squadra attenta, Edin alla sua altezza, una rarità di questi tempi. Si sa, invece, infallibilmente che nei novanta minuti di Pellegrini e compagni ci sarà uno di loro che prima o poi, quasi sempre prima, si pianterà e si metterà la mano su qualche flessore.
Se non è il danno muscolare, è il gentile regalo suicida con tanto di fiocco. In questo caso, le due disgrazie insieme. Una micidiale sequenza. Anche perché il “dannato” muscolare è Spinazzola, vale a dire, più di mezza Roma nella circostanza, e ci teniamo stretti. Da solo, stava asfaltando gli olandesi. Notizia nefasta anche perché si allunga verosimilmente al match di ritorno dell’Olimpico.
L’infortunio di Spinazzola è più grave del gol subito. Quando tutto sembrava volgere al peggio e la Roma confermava puntualmente la sua propensione a franare alla prima disavventura, figuriamoci la seconda, ecco la svolta. Tadic spediva il rigore in faccia a Pau Lopez, che ha il merito di restare in piedi. L’episodio che smarrisce quelli dell’Ajax e rianima tutta la banda di Fonseca, definitivamente rimessa al mondo dalla mano molle del gigantone olandese. Lottando per la pagnotta, il pareggio che sembrava lusso diventa estasi.
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. Dotto