La Roma ormai da settimane parla di rifondazione e rinnovamento, con tanta voglia di far largo ai giovani (che hanno generalmente ingaggi più abbordabili), e a regalare ai tifosi una delle poche gioie di una stagione malinconica, è un terzetto di senatori che non ha la certezza di far parte del futuro targato Mourinho. Edin Dzeko, il capitano degradato subito dopo la prima stracittadina, è stato il migliore in campo, Mkhitaryan e Pedro hanno griffato la partita con due reti che non saranno dimenticate. I tre attaccanti hanno un secolo in tre (35, 33 e 32 anni), ma stavolta si sono dimostrati all’altezza di quelle che erano le speranze d’inizio stagione. In una parola sola: decisivi.
“Mourinho ha già portato tanto come entusiasmo, lo abbiamo visto. Roma è una piazza difficile, non potevano prendere uno migliore” ha detto Dzeko che poi, concede l’onore delle armi a Fonseca: “Ci ha detto che era la sua ultima partita in casa, se potevamo vincere anche per lui. Abbiamo vinto anche per i tifosi e per la società che sta guardando avanti. Può essere la prima pietra per costruire qualcosa? Non pensiamo troppo avanti, né troppo a quello che è successo. Stavolta, dopo la sconfitta dell’andata, volevamo dare tutto per provare a vincerlo. Peccato per i nostri tifosi, li volevamo allo stadio“.
Sembra quasi un modo per dire a Mou: «Io ci sono». In questo senso, anche il finale di Pedro sembra essere un messaggio al portoghese per dire che può contare su di lui. Chi non avrebbe neppure il bisogno di mandarlo, però, è Mkhitaryan, che chiude una stagione da 14 reti e 13 assist. Nello United, l’armeno e lo “Special One” non si presero; adesso tocca all’attaccante decidere se riprovare o meno. Una cosa è certa: la Roma dei senatori ha ancora molto da dare.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini