Ammesso e non concesso che l’Olimpico (versione giallorossa) sia una trasferta impegnativa, questo è il report delle tre grandi rivali per lo scudetto, senza che si offenda l’Atalanta: il Napoli ci ha pareggiato, il Milan ha vinto a fatica, l’Inter ha passeggiato e a fine partita i suoi giocatori non hanno nemmeno dovuto fare la doccia. Dzeko in testa, fischiato dalla curva romanista ma applaudito dalla tribuna che lo ha rimpianto, non hanno infierito contro un avversario alle corde come un pugile suonato. “Avevamo preparato la partita esattamente così”, ha detto Simone Inzaghi nel dopogara. Probabilmente nemmeno lui pensava che potesse essere così semplice. Nell’Inter ha funzionato tutto: possesso palla (66% ma ancor di più nel primo tempo, l’unico vero), fase offensiva e difensiva, personalità e dispendio di energie. I migliori, uno per reparto, sono stati Bastoni, Calhanoglu e Dzeko.
L’Inter è in questo momento la squadra più in forma del campionato e può permettersi anche qualche assenza (De Vrij e Darmian) più la panchina precauzionale di Lautaro. Cosa che non si può certo dire della Roma. Mourinho ha rischiato un’altra debacle tipo quella in Conference League contro il Bodo Glimt. Il risultato è stato meno umiliante, non la prestazione. La lista degli indisponibili è l’unico alibi ma non spiega tutto: Karsdorp, Pellegrini, El Shaarawy e Abraham, più Spinazzola da inizio stagione, ma ieri sono stati rimpianti anche Felix e Carles Perez. La preparazione della partita, però, è stata pessima. Mou ha provato a mettere il pullman a 30 metri dalla porta, inzeppando la squadra di difensori, ma non ha mai letto la mossa decisiva di Inzaghi.
L’Inter ha costruito tutto sul centro-sinistra, dove Calhanoglu ha aperto spazi per gli affondi di Perisic, Correa e Bastoni, mandando in tilt Ibanez che ha giocato fuori ruolo e Mancini. La Roma si è lasciata triturare senza provare una contromossa che non fosse la banale alternanza di Veretout e Mkhitaryan come mezzala destra. La vittoria, insomma, è stata dai giocatori ma anche della panchina. “L’Inter è più forte di noi in situazioni normali, molto più forte in situazioni come questa”, ha detto Mourinho. Poi, rifiutandosi di rispondere alle domande ma parlando con un copione già scritto, ha picconato prima sul “primo gol (direttamente su corner di Calhanoglu, sbagliano Zaniolo e il portiere) e sul terzo gol (Vina non chiude su Dumfries) che sono stati ridicoli“ e poi sull’attacco “con un potenziale offensivo che era vicino allo zero”. Per la cronaca, Shomurodov è costato 18 milioni e l’altro attaccante era Zaniolo. I tempi dell’abbondanza nerazzurra sono lontani, ma qualcosa di meglio e di più si dovrebbe fare anche nell’emergenza.
FONTE: Il Corriere della Sera – Rassegna stampa