La Roma vince all’Olimpico il posticipo che chiude la 17ª di campionato, ma continua a non convincere. Il 2-0 rifilato allo Spezia che viaggia nelle retrovie della classifica, mostra ancora una volta tutti i problemi di questo gruppo che ha gli uomini contati e va in affanno ogni qual volta deve far ricorso alle riserve. Mou si presenta con una Roma incerottata senza sei titolari con Pellegrini, El Shaarawy, Carles Perez e Spinazzola infortunati e con Zaniolo e Mancini squalificati. In attacco la coppia che al momento sembra meglio assortita è quella composta da Abraham e Mayoral.
E pensa gli altri allora verrebbe da dire visto che anche stavolta ci pensano i difensori a risolvere la questione. Lo spagnolo è abbastanza centrato sulla gara, ma non trova mai la palla giusta per battere a rete e l’inglese partecipa sì all’azione giallorossa, ma è ancora una volta troppo macchinoso in fase di realizzazione. Prende una traversa e sbaglia almeno un altro paio di cose clamorose. Qualche metro più indietro gioca Miki con Cristante alle sue spalle a fare il regista. È lui, in assenza di Pellegrini, a muoversi da play basso e dar ritmo e tempi di gioco alla squadra. Poi difesa a tre: Smalling nel mezzo tra Kumbulla e Ibanez.
Fasce affidate ai «corridori» Karsdorp e Vina che non si risparmiano ma sono spesso imprecisi. Ma per battere lo Spezia questa Roma basta e avanza, non senza però qualche brivido finale. La squadra di Mourinho sbaglia molto, è poco precisa soprattutto nella sua metà campo, ma alla fine porta via l’intera posta proprio grazie alla notevole differenza tecnica. Gol del vantaggio sull’asse tutto inglese: testa «ponte» di Abraham con Smalling che gira anche lui di testa in rete. È il primo gol stagionale del centrale giallorosso tornato a segnare dopo un anno e mezzo e a dirigere la «sua» difesa.
Nella ripresa secondo gol firmato ancora da un difensore: stavolta è Ibanez a inchiodare l’incolpevole Provedel. Poi i cambi, la Roma rallenta e chiude soffrendo in dieci per il doppio giallo inflitto al giovane Felix entrato nel finale e sempre applaudito dai quasi 45mila dell’Olimpico. Giusto il secondo che lo fa uscire dal campo, inspiegabile il primo: esagerato. Ma a Mourinho va bene anche così, perché con gli uomini che ha a disposizione non può fare moto di più. Inoltre il bilancio della diciassettesima giornata è assolutamente positivo: serviva vincere e sfruttare il passo falso delle dirette concorrenti per i posti che contano.
Con il successo di ieri la Roma raggiunge la Juventus e torna sesta in classifica. Tutto bello, così come la festa dell’Olimpico a fine gara, ma è chiaro che sabato contro l’Atalanta servirà un’altra Roma per non finire maciullati dal tritacarne nerazzurro di Gasperini. L’Atalanta non è lo Spezia e Mourinho lo sa bene.
FONTE: Il Tempo – T. Carmellini