Sembra proprio che i tempi coincidano, e che in ultima analisi, come contrappasso di una gelida inimicizia lunga circa 14 anni, José Mourinho stia facendo un favore a Roberto Mancini, oltre che a sé stesso. Una partita dopo l’altra, a strappi alternati a pause, ma con prestazioni via via più convincenti, Nicolò Zaniolo sta tornando.
È partito titolare 18 volte su 20 partite di campionato, nelle altre era squalificato o infortunato; con le coppe è arrivato a 26 presenze in cinque mesi, 4 gol e 5 assist, e pure 9 cartellini gialli; ha giocato per 1799 minuti, e di questo passo supererà il suo minutaggio massimo in una stagione, i 2253′ dell’annata 2018-2019 (36 presenze, 6 gol e 3 assist).
Nicolò ora sprinta e sgomma che è un piacere, è in crescita di autostima, parla spesso nei pre e nei post partita, forse si sta spolverando via le logiche paure di chi rientra da gravissimi infortuni. Ogni partita, un passo avanti.
Ci si augura che stia ancora meglio a ridosso di Italia-Macedonia, mancano poco più di otto settimane. Uno Zaniolo finalmente centrato fisicamente, non può non essere un’opportunità anche per la Nazionale. Soprattutto perché è saltato Chiesa, l’ala destra titolare, e in quel ruolo Zaniolo ha giocato a inizio stagione, anche se nel 4-4-2, quindi con maggiori responsabilità di copertura, e in quelle settimane ha fatto il fondo che ora gli torna utile, per sprintare da attaccante nel 3-5-2 della Roma. A marzo dipenderà dalle lune di Berardi, uno che spesso appare e scompare: fosse in fase calante, Zaniolo può senz’altro imporsi.
FONTE: Il Messaggero – A. Sorrentino