Il fattore polacco. Con la benedizione di Zibi Boniek. Nome Nicola. Cognome Zalewski. Anni venti compiuti nel gennaio scorso. Contratto in corso con scadenza trenta gennaio duemilaventicinque. Stesso procuratore, Giampiero Pocetta, di Lorenzo Pellegrini. Stipendio che non è certo un problema eccessivo per il monte ingaggi. Già convocato per la nazionale di Lewandoski con tanto di Mondiale all’orizzonte.
Tra le tante risposte che si possono dare per spiegare il nuovo corso della Roma mourinhana, una delle più certe è proprio questo bambino, come lo chiama Mourinho, che lo Special One ha sistemato sulla corsia sinistra, facendogli fare tutta la fascia, fase difensiva e offensiva, risolvendo come d’incanto uno dei principali problemi con cui la Roma aveva dovuto fare i conti nella prima parte della stagione. Mou, sapendo che l’attesa di Spinazzola sarebbe stata lunga, le aveva provate tutte.
Nel mercato estivo era arrivato Viña, nazionale uruguaiano, ma da queste parti, almeno fin qui, ha dimostrato che dalle parti di Montevideo non ci devono essere tanti affidabili esterni sinistri di piede mancino. Ci aveva provato pure con Riccardo Calafiori, l’esito non è stato proprio un successo, al punto che oggi il ragazzo cresciuto a Trigoria veste la maglia del Genoa (e non gioca mai). (…)
Mourinho non si è perso d’animo. Dall’inizio della stagione il polacco di Tivoli se lo era portato in prima squadra, vade retro tentazione di mandarlo a giocare in prestito come spesso si fa con i ragazzi del settore giovanile. No, Nicola rimane con noi. Scelta azzeccata. Perché il bambino sta avendo il suo peso nella Roma che, da qualche mese a questa parte, sta dando risposte sempre più convincenti nei risultati e, di conseguenza, anche nel gioco. Oggi è lui, Zalewski, il titolare del ruolo di esterno sinistro a tutta fascia, Spinazzola è possibile aspettarlo con meno ansie di quelle che c’erano fino a qualche settimana fa.
Dopo che nella scorsa stagione Paulo Fonseca ce lo aveva presentato per qualche minuto prima in Europa (Manchester United all’Olimpico il sei maggio) e poi in campionato (tre giorni dopo contro il Crotone), la svolta per il polacco e la Roma è arrivata nella partita casalinga contro il Verona: giallorossi in svantaggio di due gol all’intervallo, Mou manda in campo il bambino e tutto cambia.
Pareggio contro i veneti, poi sempre o quasi titolare, cinque vittorie e un pareggio, il trionfo all’Olimpico contro i norvegesi, la consapevolezza da parte di tutti che la Roma su quella corsia sinistra aveva finalmente trovato il suo titolare, l’equilibratore del gioco, bravo tecnicamente e in fase offensiva (presente l’assist a Zaniolo per il tre a zerocontro i norvegesi?), disciplinato e ubbidiente in fase difensiva che non è mai stato il suo pane quotidiano negli oltre dieci anni di settore giovanile a Trigoria. (…)
FONTE: Il Romanista – P. Torri
https://youtu.be/D_v8VlJcHzc