La sconfitta casalinga col Betis Siviglia ha compromesso (irrimediabilmente?) le possibilità della Roma di vincere il girone di Europa League e ha complicato anche il passaggio del turno come seconda. Ma, soprattutto, ha evidenziato delle criticità già emerse nelle passate settimane.
Sul piatto della bilancia, oggi, sono più le cose che non vanno rispetto a quelle che funzionano: tra queste ci sono senza dubbio la vena realizzativa di Paulo Dybala, arrivato al sesto gol stagionale tra campionato (4) e coppa (2), e lo splendido momento di forma di Smalling.
Ci sono però molti problemi. Innanzitutto, la Roma perde tanto. Quella col Betis è stata la quarta sconfitta stagionale, un numero troppo elevato su undici gare. E se quelle contro gli spagnoli e l’Atalanta, entrambe all’Olimpico, sono arrivate dopo due prestazioni convincenti, in altre occasioni come a Udine o con il Ludogorets (ma anche con la Juventus a Torino, dove poi è arrivato un pareggio), la Roma è scomparsa dal campo per larghi tratti. Un difetto di concentrazione su cui sta lavorando Mourinho.
Altro problema: la Roma segna poco, e ad eccezione di Dybala non lo fa con gli attaccanti. I gol in totale sono 15 in 11 partite (10 in 8 giornate di campionato): su più della metà c’è il marchio della Joya, che ha realizzato 6 reti e sfornato 2 assist. Lo score degli altri è deficitario: Abraham è fermo a 2 centri, Pellegrini, Belotti e Shomurodov a 1, Zaniolo ed El Shaarawy sono inchiodati a 0. Troppo pochi per un reparto offensivo che è considerato tra i migliori del campionato.
Altro nodo che sta avendo un impatto sulla squadra è quello degli infortuni: ad oggi ci sono fuori Celik, Wijnaldum (ieri ha tolto il gesso), Karsdorp e Darboe; Pellegrini è in dubbio per il Lecce.
FONTE: Il Corriere della Sera – G. Piacentini