“Mi devo fidare della parola del direttore (Tiago Pinto; ndr) e della società, che mi hanno promesso di risolvere la situazione dell’attaccante. Siamo in ritardo, ma lo sappiamo tutti e se non hanno risolto finora, come è successo per altri ruoli, è perché non hanno potuto”.
Non cerca lo scontro con i suoi dirigenti José Mourinho, e alla vigilia dell’esordio in campionato (ore 18.30) all’Olimpico contro la Salernitana cerca di trasmettere un messaggio di serenità: “Non sono arrabbiato e non litigo con nessuno, cerco di essere positivo perché i calciatori hanno bisogno di questa mia versione. Sono convinto che il direttore e la società vogliono quello che voglio io. Siamo insieme, dalla stessa parte del fiume, ma l’allenatore sono io”.
Mourinho sa per esperienza personale – vedi lo scorso campionato – che quella contro la Salernitana non sarà una partita facile e proprio per questo chiede l’aiuto dei sessantamila spettatori dell’Olimpico. “Penso che abbiano il potenziale per arrivare in Europa, in Serie A non ci sono partite facili. Arriviamo alla partita con 40 giorni di lavoro in cui tutti i calciatori hanno messo impegno al 100%, non ci sono infortuni (escluso Abraham; ndr), ci mancheranno Dybala e Pellegrini (squalificati; ndr) ma abbiamo migliorato diversi aspetti del nostro gioco. Chiedo una volta in più ai nostri tifosi di giocare per noi da attaccanti. Ci possono aiutare, dico anche a chi vuole protestare che abbiamo bisogno di tutti fin dal primo minuto”.
Il mercato è il tema portante della conferenza: 2Una valutazione la faremo alla fine: non vengo a piangere o a lamentarmi, io alleno i calciatori che ho a disposizione”. Tra le cose che non ha digerito c’è la partenza di Matic: “Il signor Matic deve dire qualcosa, se vuole. Non ci aspettavamo la sua cessione, ma il gruppo ha avuto una reazione fantastica perché siamo una famiglia. Era un giocatore importante, ma al suo posto non sono arrivati Peppino e Tonino. Sono molto contento di Paredes, mi piace da tanto tempo. Lui e Renato Sanches possono dare una mano. Diego Llorente lo conosciamo, N’Dicka deve ancora imparare a giocare con noi. Al di là dell’attaccante, la società e il direttore hanno fatto un bel lavoro. Non posso dire di essere contento, però, perché il campionato inizia contro la Salernitana e non il 31 agosto”.
“Non so se ci sia un problema politico: a me interessa solo quello che succede in panchina e in campo. Voglio onestà e trattamento uguale per tutti: un arbitro deve trattare tutti allo stesso modo, ma non sono preoccupato da questa situazione”.
FONTE: Il Corriere della Sera – G. Piacentini
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