C’è la mano di De Rossi, si dirà con molta fretta. Non era Harry Potter Mourinho, così come non può esserlo Daniele, bravo comunque a partire con il piede giusto. Uscendo dalla fastidiosa retorica di Daniele “figlio di Roma” che aggiusta tutto in tre giorni, un aspetto tattico è visibile, anche se per forza di cose solo in embrione: la squadra ha un’idea diversa di calcio, si è passati da una formazione che si guardava molto alle spalle a una che cerca di mettere al centro la porta avversaria.
Le due reti giallorosse arrivano nei primi 25 minuti: la prima (19′) la firma Lukaku dopo un’azione avviata da Pellegrini che coglie in modo geniale sulla sua verticale la corsa lunga di El Shaarawy, che fa fuori due avversari e scarica sul belga, pronto per il suo quindicesimo gioiello; la seconda rete vede protagonista Romelu, che manda in area un pallone che il Faraone sporca per il capitano in arrivo alle sue spalle, che manda la palla sotto la traversa con un sinistro potente.
Il gol annullato a Folorunsho (fallo su Karsdorp) e il rigore sbagliato da Djuric (peer fallo di mano di Llorente, il bosniaco già aveva fallito a Firenze dal dischetto) sono il campanello d’allarme, che suona definitivamente con il bolide di Folorunsho che spiazza (diciamo così…) Rui Patricio. La Roma doveva vincere e ha vinto.
FONTE: Il Messaggero