Non crede ai suoi occhi l’Olimpico mentre segue le scorribande corsare di una squadra all’improvviso verticale, tecnica, entusiasmante. Alla fine quattro sono i gol segnati al Cagliari, due quelli annullati per altrettanti fuorigioco di misura al culmine comunque di azioni bellissime, un palo, un altro pacchetto di conclusioni pericolose, schemi su palle inattive nuovi e produttivi e tre punti presi senza che venissero mai messi in discussione, con la partita già in discesa dopo 64 secondi con Pellegrini, al terzo gol in tre gare, poi lo show di Dybala (doppietta con il secondo su rigore, nono gol in stagione, otto in campionato) e il sigillo finale di Huijsen, a staccare di testa su calcio d’angolo appena entrato.
Una festa passata attraverso il rendimento sicuro di Angeliño al debutto da terzino con la sicurezza del veterano e l’esordio nel finale di Tommaso Baldanzi, due mancini che arricchiscono il bagaglio di qualità e forniscono nuovi spunti tecnici a De Rossi, al termine della partita contento come un bambino che ha tra le mani un fiore sbocciato grazie alle sue cure. Ora il quarto posto è a un punto (a prescindere dai turni da recuperare) e dopo nove punti nelle prime tre gare da esordiente subentrato (record eguagliato di Burgess, 95 anni dopo) ha adesso quattro giorni per preparare la sfida con l’imbattibile Inter di questa stagione, un bel crash-test senza troppo da perdere.
Che la Roma adesso sia una squadra diversa lo avevano testimoniato solo parzialmente le prime due partite della gestione De Rossi, ma l’ha confermato sin dalle prime battute anche la sfida con il Cagliari, messa in discesa da uno schema su calcio d’angolo perfettamente riuscito dopo 64 secondi di gioco: il corner battuto forte da sinistra da Dybala, la deviazione dal primo palo di Paredes, con la palla sfilata addosso a Petagna e Pellegrini pronto a metterla in porta da mezzo metro per il vantaggio salutato con entusiasmo da un pubblico ancora emozionato per il suggestivo omaggio concesso in memoria dell’indimenticabile Giacomo Losi. Terzo gol in tre partite per il capitano, tornato ai suoi livelli con la plastica dimostrazione realizzativa in coincidenza dell’arrivo di De Rossi sulla panchina della Roma.
E in barba alla spiegazione gossippara e un po’ miserabile che i più superficiali vogliono consegnare ai posteri, pensiamo che il ritorno di Lorenzo a una migliore condizione abbia tratto giovamento ulteriore dalle diverse trame di gioco che ora la Roma ricerca con maggior accuratezza. Come da previsioni, Ddr aveva tenuto fuori inizialmente Bove fidandosi delle qualità tecniche del centrocampo con Paredes in regia e Cristante e Pellegrini intermedi e cercando di supplire all’inevitabile carenza dinamica con il movimento incessante del resto della squadra, pronta a ripiegare per quanto possibile dietro la linea del pallone, di fronte a una manovra del Cagliari che in certe occasioni è stata inizialmente persino brillante.
Ranieri aveva facilmente ingannato gli osservatori delle cose cagliaritane che avevano pronosticato l’adozione di un 4321 che è invece rimasto nelle bozze della strategia, orientata poi decisamente su un 532 in fase di non possesso con Zappa e Azzi esterni a presidio dei tre centrali Dossena, Mina (impegnato in un muscolarissimo duetto con Lukaku) e Obert, con un centrocampo a tre Nandez, Prati e Makombou, e due punte particolarmente attive, Lapadula e Petagna: aveva sperato così di poter inibire l’efficacia della manovra romanista nel corridoio centrale, ma è rimasto scottato per la velocità della manovra e per le soluzioni di uscita individuate in questi giorni di duro lavoro sul campo dall’innovativo tecnico della Roma, Daniele De Rossi, che bello scriverlo.
In pratica la partita è cominciata sull’1-0, per via del gol realizzato in avvio, ma la Roma non ha abbassato l’intensità del suo nuovo sviluppo di gioco e con manovre sempre molto partecipate senza mai perdere l’equilibrio (Angeliño e Karsdorp non scendevano mai contemporaneamente fin sul fondo), ha preso facilmente il possesso del pallone nella metà campo avversaria frustrando poi con autorevolezza ogni tentativo di ripartenza. Al 9’ il nuovo terzino spagnolo ha fatto subito vedere la prima lezione di cross, pescando con un bel tracciante tagliato di collo interno sul secondo palo Cristante, la cui conclusione si è infranta sul palo. Al 23’ è arrivato il bellissimo raddoppio, con un’azione partita con un’uscita mirata su Lukaku, scarico e sviluppo esterno con il velo geniale di Dybala per Karsdorp, rapido passaggio interno di Cristante per El Shaarawy dalla parte opposta, tocco in area per Pellegrini, assist per Lukaku che ha fatto un altro velo proprio per Dybala che in area ha incrociato il suo mancino all’incrocio.
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FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco