Nicola Zalewski sta diventando grande. Contro la Fiorentina, all’età di 22 anni e 47 giorni, ha tagliato un traguardo di tutto rispetto mettendo da parte la presenza numero 100 con la maglia della Roma. Per inquadrare la portata dell’evento va sottolineato che Daniele De Rossi gioco la centesima partita in giallorosso a 22 anni e 182 giorni.
Non si tratta di un record di precocità, ma l’esterno di nazionalità polacca è entrato nella top 10 dei giocatori più giovani della storia della Roma a raggiungere questa soglia. Per la precisione si è posizionato all’ottavo posto. Prima di lui c’erano riusciti solamente Totti (20 anni, 230 giorni), Amadei (20 anni, 309 giorni), Rocca (21 anni, 204 giorni), Cassano (21 anni, 235 giorni), Venturi (21 anni, 346 giorni), De Sisti (21 anni, 352 giorni) e Righetti (22 anni, 19 giorni).
“Testa alla prossima e forza Roma“, ha scritto Zalewski dopo il pareggio strappato al Franchi, che ha proiettato la squadra verso la sfida di ritorno contro il Brighton, dove spera di mettere a parte altri minuti dall’inizio o in corsa lassù in Inghilterra.
Zalewski non è un perno di questa Roma. Ma rappresenta una risorsa preziosa e spesso ci si dimentica che è poco più di un ragazzino. Un classe 2002 che deve avere la possibilità di sbagliare per crescere.
De Rossi sta dando la sensazione di “proteggerlo” in questo momento concedendogli comunque una buona dose di responsabilità. Finora Zalewski, utilizzato anche più alto, quasi nel suo ruolo naturale, ha risposto presente. Vedi il rigore decisivo trasformato contro il Feyenoord, così come la palla recuperata che ha dato il là al pareggio di Firenze. “Ci portiamo a casa un punto d’oro, l’anticipo di Zalewski sul finale ci ha permesso di avere l’occasione dell’ave Maria, l’ultimo tentativo”, ha detto De Rossi rimarcando che, senza quella zampata del baby polacco, Llorente non avrebbe bucato di potenza la porta della Fiorentina in extremis.
Nella parte finale dell’era Mourinho, Zalewski ha vissuto un periodo molto negativo. In campo le cose non andavano e anche fuori la situazione non era rosea a causa dell’esposizione mediatica sul caso calcioscommesse che non ha mai trovato riscontri nella realtà. Il ragazzo era completamente estraneo alla vicenda, ma la situazione gli ha comunque tolto energie mentali.
Zalewski però deve molto a Mourinho. Di fatto è una creatura costruita nel laboratorio dello Special One. Perché l’ha modellato come esterno pensando che da trequartista non sarebbe riuscito a sfondare nel calcio che conta per davvero. Un po’ per una questione fisica, un po’ per dei limiti tecnici.
Con De Rossi è entrato in una nuova dimensione, meno ancorata ad un singola casella. Insomma, Zalewski è un jolly in più, un rigorista in caso di necessità. Un ragazzo con 100 presenze sul curriculum che può portare freschezza made in Trigoria.
FONTE: Il Corriere dello Sport – L. Scalia