E menomale che aveva imparato a vivere il derby in modo più tranquillo. Quando al fischio finale è saltato prima in braccio al team manager Cardini per poi in un secondo tempo, rientrando, correre sotto la Sud, è sembrato di rivederlo in veste calciatore. Il derby per De Rossi era già iniziato a Lecce, con un’idea fissa in testa: vincerlo. C’è riuscito, senza badare troppo ai fronzoli, sfruttando un calcio piazzato e poi difendendo spesso e volentieri a cinque.
“Sentivamo una pressione incredibile, gli ultimi minuti sono stati tosti da sopportare. Ho chiesto al IV Uomo se si fosse rotto il tabellone perché il tempo non passava mai”, ha scherzato DDR nel postpartita. Successivamente si è soffermato anche sul suo futuro: “Non ci penso. Come mi dovete chiamare? Mister presente soprattutto dopo questo successo. Ogni tanto bisogna buttarsi sul divano con birra e patatine e godersi quanto fatto”.
E’ felice, gli occhi ridono. Arrivato in veste di anestetico per placare la furia della tifoseria dopo l’esonero di Mourinho, partita dopo partita si sta rivelando la medicina, l’uomo giusto. Per il presente e il futuro.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina