Squadra che vince non si cambia, è vero. Ma se quella squadra vuole conservare l’effetto sorpresa che è stato alla base della vittoria, è obbligata sempre a cercare un’idea nuova. E’ su questi pensieri che De Rossi sta lavorando con lo staff, con l’obiettivo di imbrigliare un’altra volta il Milan e guadagnarsi la semifinale europea. L’ipotesi più logica conduce verso la conferma del 4-4-2 visto a San Siro, con El Shaarawy ancora a destra e Bove unica novità di formazione rispetto a Cristante. Però a Trigoria è stato provato anche il 4-3-3 più classico, con Bove pronto ad allargarsi nella fase difensiva ed El Shaarawy pronto alla scalata dalla tradizionale posizione di ala sinistra: può essere una variazione per ovviare alle contromosse di Pioli. Anche a partita in corso.
Di sicuro De Rossi non vuole scherzare con il cronometro, “perché se li aspettiamo nella nostra area ci fanno gol”. Vuole una squadra spigliata che sappia mettere in difficoltà l’avversario, per segnargli il gol che può frenarne i propositi di rimonta. Ha chiesto ai giocatori – e lo farà ancora – di non perdere la propria identità, di non ragionare sulla vittoria dell’andata, di sfruttare l’onda d’entusiasmo che trasmetterà l’Olimpico. Leggerezza e giudizio. Serviranno. De Rossi si aspetta un Milan migliore rispetto alla versione di San Siro, sia nell’espressione collettiva che nel rendimento dei singoli. Ma non trascura le potenzialità della Roma, che per almeno un’ora una settimana fa è stata superiore in ogni specialità.
Se poi basterà il gol di Mancini, che ieri ha compiuto 28 anni, la festa sarà completa. Il rientro di sette giocatori dopo la tormentata trasferta di Udine è garanzia di freschezza atletica, tanto più che pure quelli più spremuti (ad esempio Lukaku, a -1 dai 300 gol nei club) hanno giocato 71 minuti e non 90. Ma la Roma deve essere brava soprattutto a gestire le energie nervose: in questo senso la terribile distrazione obbligata dal malore di N’Dicka è stata impegnativa. Ma il sollievo successivo ha rasserenato la squadra, che ritrova anche Azmoun dopo l’infortunio come possibile cambio offensivo. Con lui e Abraham, le opzioni per cambiare struttura in attacco non mancano.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida