Bisognerebbe preparare un video delle ultime prestazioni di Stephan El Shaarawy e Riccardo Orsolini e farlo circolare nelle scuole calcio, aggiungendo a corredo qualche dato significativo (chilometri percorsi, assist, palloni recuperati, contrasti vinti) e un titolo: “Come deve giocare un esterno”.
La morale è facilmente spiegata: ovvero che i veri attaccanti, i veri laterali di fascia nel calcio moderno, sono anche quelli che garantiscono ripartenze veloci e allo stesso tempo il necessario equilibrio alle loro squadre, proprio com’è congeniale al Faraone e – pur se alla ricerca di maggior costanza – a Orsonaldo, due che lottano per la causa comune e corrono veloci a tutta fascia con due obiettivi intriganti: la Champions League con Roma e Bologna e una convocazione in azzurro con vista sull’Europeo. Partita doppia per entrambi: roba da vivere la serata di domani come un blocco dì partenza o di ripartenza verso qualcosa di grande.
Le strade di Stephan e Riccardo si somigliano parecchio. Le stesse motivazioni fortissime e lo stesso percorso virtuoso, seppur con età differenti. Più esperto il giallorosso, più giovane e arrembante ma non di primo pelo, calcisticamente parlando il rossoblu. Da quando c’è Daniele De Rossi sulla panchina della Roma. per dire, Elsha è letteralmente rinato.
Riportato dal tecnico nel suo habitat naturale, cioé più a sinistra e più vicino alla porta (e non più “alternativa a Spinazzola” quale era con José Mourinho), l’esterno è diventato il Marco Delvecchio dei tempi migliori: un laterale in grado di correre a cento all’ora a tutta fascia per assistere Pellegrini Lukaku e per assicurare la copertura, rispettando la consegna delle due fasi. Emblematica la sfida in due round con il Milan in Europa League: arma tattica all’andata per bloccare Leao, ha concesso il bis all’Olimpico al ritorno.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. D’Urso / M. Della Vita