In campo seminava uomini, regalava serpentine, spesso anche gol bellissimi. Fuori, invece, dispensava sorrisi e positività. positivo. Come in questi giorni, in cui era in Vietnam. “Ma sto per tornare in Brasile e poi dal 18 maggio sarò in Germania, per l’ultimo turno della Bundesliga e per la finale della coppa” dice Paulo Sergio. Già, ma intanto domani di coppa ce n’è un’altra, con la semifinale tra Roma e Bayer Leverkusen, le sue due squadre. “Saranno due belle partite, una sfida aperta. Del resto parliamo di due squadre che giocano bene ed a cui piace dominare la partita. Il lavoro che ha fatto Xabi Alonso, con la vittoria della Bundesliga, è davvero qualcosa di incredibile”.
Già, tanto è vero che non hanno ancora mai perso… “Vero, ma quello che mi ha sorpreso di più è come sono riusciti a riprendere le ultime due partite, contro Borussia e Stoccarda. Due pareggi contro squadre forti e, teoricamente, con motivazioni maggiori, vista la vittoria del campionato. Il Bayer è una squadra che lavora sempre fino alla fine, che non muore mai. È la mentalità che gli ha trasmesso Xabi“.
Daniele De Rossi l’ha sorpresa? “Sorpreso no, a Roma mi hanno sempre detto che poteva diventare un ottimo allenatore. Sta facendo bene, sono contento che la società l’abbia confermato. Con lui la squadra è cresciuta, mentre con Mourinho mi sembrava che qualche problema ci fosse. E poi Daniele ha vinto il derby, quella a Roma è una partita che ti mette le ali“.
Più forte Lukaku o Schick? “A me piace di più Lukaku: forte, unico, non ce ne sono tanti in giro come lui. È un nove importante”.
Xhaka, invece, lo volevo Mou e ha cambiato il Bayer… “È il motore della squadra, lavora tanto, è diventato un leader. Oggi ci sono tre giocatori fondamentali nel Bayer, che fanno del tutto la differenza: lui, Tah e Wirtz“.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese