La Procura di Roma ha chiuso le indagini preliminari sul caso plusvalenze che ha preso in esame operazioni di mercato della Roma tra il 2017 e il 2020. Nell’atto non compaiono più i nomi dei Friedkin, per i quali è stata chiesta l’archiviazione. Ancora sul registro degli indagati l’ex presidente James Pallotta e la dirigenza che si è alternata in quegli anni da Gandini a Baldissoni passando per Fienga, Malknecht e Francia, e, ovviamente, la Roma stessa per responsabilità oggettiva.
I fatti contestati si riferiscono a cinque operazioni che hanno coinvolto dodici calciatori (Defrel, Marchizza, Frattesi, Zaniolo, Santon, Nainggolan, Cristante, Tumminello, Spinazzola, Luca Pellegrini, Manolas e Diawara) per i quali è contestato “il conseguimento di ingiusto profitto attraverso comunicazioni non corrispondenti al vero”, in particolare l’iscrizione di importi contabilizzati in violazione dei principi contabili internazionali non applicando, quale criterio di imputazione a bilancio, il valore contabile della cessione bensì asseriti valori di mercato non verificabili con parametri certi.
In sostanza, torna il tema delle plusvalenze negli scambi di calciatori per i quali si contesta il valore iscritto al bilancio. Trattasi, in questo caso, di calciatori di indubbio valore all’epoca, ragione per cui la sindacabilità della cifra di acquisto appare complessa e di difficile contestazione. Ma concretamente il club giallorosso non dovrebbe essere esposto a particolari conseguenze sul piano sportivo.
FONTE: Il Tempo – L. Pes