Come diceva John Belushi/Bluto Blutarsky in “Animal House“: quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Il rischio però è che, aspetta oggi e aspetta domani, l’arbitro abbia già fischiato la fine.
La Roma con il fiato corto – attesa dalle ultime due partite di campionato contro Genoa (in casa) e Empoli (trasferta) – aspetta dal 7 marzo che Romelu Lukaku e Paulo Dybala segnino insieme nella stessa partita. L’ultima volta lo hanno fatto in Europa League, nel 4-0 contro il Brighton che è stato uno dei vertici della stagione giallorossa. Per vedere segnare insieme in campionato i due più forti e più pagati della squadra, invece, bisogna risalire a cinque giorni prima: Monza-Roma 1-4 del 2 marzo. Da allora, l’apporto di Lukaku e Dybala alla causa giallorossa è stato, per essere buoni, solo parziale.
I motivi? Dybala è ricaduto nei problemi muscolari – qualcuno dice anche nelle paure – che gli hanno complicato la carriera. I più cattivi sospettano di un eccesso di precauzione in vista della Coppa America da giocare con l’Argentina dal 21 giugno al 15 luglio. I meno maligni maledicono la fragilità che, però, è anche una dei motivi per cui la Juventus ha deciso di non rinnovargli il contratto due stagioni fa.
In questo campionato (13 gol contro 12) ha già fatto meglio di quello passato, però è mancato proprio nel momento decisivo. Nel ritorno di Leverkusen e nello “spareggio” di Bergamo poteva essere la carta vincente di una squadra oggettivamente molto stanca. Così sono ripartite anche le voci di una possibile partenza della Joya per i milioni dell’Arabia Saudita o per l’Atletico Madrid del Cholo Simeone. Chi vivrà, vedrà.
Lukaku è invece arrivato agli ultimi minuti in maglia giallorossa. Troppo alta la cifra richiesta dal Chelsea per il suo riscatto (circa 40 milioni di euro), alto il suo ingaggio (9,8 milioni lordi che non avranno più lo sgravio del Decreto Crescita) e veramente buona soltanto la prima parte della stagione del belga. C’è anche l’impressione, anche se l’impegno di Big Roma non è mai mancato, che gradisse più l’atteggiamento tattico di Mou che quello di DDR.
Non sarà facile per la Roma trovare un altro attaccante con l’esperienza internazionale di Lukaku e con la sua potenza fisica. Si può dire che sia stato un calciatore importante ma non un trascinatore. Il discorso sul centravanti sarà uno dei primi da affrontare per il nuovo d.s., con il nome di Ghisolfi ancora favorito. Abraham può fare il titolare? Azmoun è da riscattare? C’è un nome ancora segreto? I tifosi aspettano risposte.
FONTE: Il Corriere della Sera – L. Valdiserri