Ci sono vari modi di vivere un finale di stagione: tra sogni di grandezza appesi a un filo sottilissimo e la realtà della classifica, la Roma si trova di fronte ad un paradosso. E ad un futuro ancora da scrivere. Tutto potevano immaginare i tifosi giallorossi, ma non certo di dover tifare ora Atalanta affinché trionfi a Dublino nella finale di Europa League col Bayer e, nel frattempo, di augurarsi che non vada oltre il quinto posto in campionato.
Eppure è ciò che resta del grande sogno Champions. Non solo. In quella che è stata una stagione iniziata tra mille aspettative, dopo l’ultima finale persa in Europa, i giallorossi rigenerati da Daniele De Rossi dovranno pure nelle ultime due giornate tenere dietro la Lazio. E, per farlo, sarà inevitabile vincere contro Genoa e Empoli. Perché il treno per il sesto posto, proprio adesso, non aspetta più nessuno.
Lo sguardo al domani è allo stesso modo necessario soprattutto se alla fine il sogno Champions dovesse sfumare. Nel caso, la società dovrà cambiare obiettivi, costruire una rosa con elementi più giovani di proprietà, per creare valore e senso d’appartenenza, e ridurre il monte ingaggi (dovendo rispettare pure i paletti del settlement agreement dell’Uefa sottoscritto nel 2022), al momento pesantissimo: 104,7 milioni di euro lordi, 68 netti.
Con le cessioni di Rui Patricio e Spinazzola (3), Lukaku (7,5), Azmoun (1,7), Renato Sanches (3,6), Kristensen (2), Llorente (2,7) e Huijsen (800 mila euro), la Roma risparmierebbe già circa 24 milioni di stipendi. E mentre restano in bilico le posizioni di Smalling, Zalewski, Bove, Aouar, Abraham e Celik e ci sarà da gestire pure la ricollocazione di Shomurodov, Belotti, Darboe, Kumbulla e Solbakken (rientranti dai prestiti), si potrebbe valutare anche l’opportunità di far cassa con quei giocatori che hanno mercato come Svilar, Ndicka e Bove, destinati comunque a restare — al pari di Mancini, Cristante, Pellegrini, Paredes, El Shaarawy, Dybala e Baldanzi — in un organico in cui De Rossi vuole esterni di qualità e giocatori con grande forza fisica.
E un nodo chiave, legato all’ennesimo bivio della stagione della Roma, è costituito proprio da Dybala. In caso di mancata qualificazione alla Champions, l’argentino potrebbe a sua volta valutare di svincolarsi attraverso la clausola rescissoria da 12 milioni che scade a fine luglio. Per inseguire magari, l’ultimo grande ingaggio della carriera (a gennaio dall’Arabia Saudita erano già arrivate due offerte).
Il trequartista, 31 anni a novembre, in quest’ottica punta a giocare una Coppa America in grande stile con l’Argentina per attirare nuovi estimatori anche in Europa. I suoi continui infortuni, in ogni caso, impongono ancora una volta una riflessione in società: nelle undici partite che ha saltato quest’anno, la Roma ha raccolto appena 14 punti (media 1,27).
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. D’Urso