Che la Roma sia stata costruita male lo hanno evidenziato De Rossi prima e Juric poi. Il primo è dovuto passare dal 4-3-3 con cui aveva preparato la stagione al 3-5-2. Il secondo è ripartito dalla difesa a tre, ma la sensazione è che con tutti i sistemi di gioco manchi sempre qualcosa. È una rosa disomogenea che per Juric, “deve tenere tutti dentro il progetto”. Anche per questo è stato reintegrato Zalewski dopo l’infortunio di Saelemaekers.
In ogni reparto ci sono allo stesso modo carenza e abbondanza. In attacco l’unico (e non all’altezza) sostituto di Dovbyk è Shomurodov, mentre alle spalle dell’ucraino, col modulo attuale, considerando titolari Pellegrini e Dybala, saranno sempre esclusi Baldanzi e Soulé, fiore all’occhiello del mercato estivo.
A centrocampo la differenza è ancora più evidente: gli esterni sono poco presentabili mentre i centrali sono addirittura troppi. Sulla destra Sangaré e Abdulhamid non rappresentano un’alternativa credibile a Celik, costretto agli straordinari. Lo spostamento di Zalewski è una soluzione, che però lascia scoperta la fascia sinistra: Saelemaekers è out, Angeliño è considerato da Juric un “braccetto” perché sugli esterni ha bisogno di “calciatori che saltino l’uomo”.
In mezzo, al contrario, c’è abbondanza: tra Cristante, Paredes, Koné, Pisilli, Le Fée, almeno tre rimangono fuori dai titolari. In difesa Ndicka e Mancini sono sempre titolari: finora Angeliño è stato il terzo, con Hermoso (oggi squalificato) e Hummels relegati al ruolo di comprimari. A gennaio, che ci sia in panchina Juric o un altro tecnico, ci sarà bisogno almeno di tre nuovi acquisti.
FONTE: Il Corriere della Sera – G. Piacentini