Una Roma così triste, francamente, si fa fatica a ricordarla. Una squadra senz’anima, senza gioco, brutta da vedere e guidata da un tecnico solo e distante dalla percezione della realtà. Il pari a Bruxelles contro l’Union Saint-Gilloise è l’ennesima stazione di una via crucis che non sembra avere una fine per i giallorossi.
Cinque punti in quattro gare di Europa League sono un bottino davvero misero se messo a confronto con le squadre affrontate. La classifica piange, ma lo spettacolo raccapricciante che la squadra continua a offrire resta il segnale più desolante. L’eventuale eliminazione dalla coppa, o lo spareggio da affrontare (al momento la Roma sarebbe non testa di serie nei playoff di febbraio) non sono la notizia più nefasta con la quale il gruppo torna dal Belgio.
Da settimane ormai non c’è un acuto, un sussulto, un moto d’orgoglio. Le partite della Roma sono diventate spettacoli difficili da seguire per quanto terrificanti e prive di contenuti. Eppure il tecnico continua a vedere miglioramenti e spunti positivi.
Peccato che i risultati non arrivano e le classifiche di Serie A ed Europa League sono disastrose. Anche nelle ultime cavalcate europee la prima fase della competizione non era stata esaltante, ma ora la situazione è davvero vicina al baratro e qualcuno deve intervenire prima che sia troppo tardi. Poi, una volta terminato il calvario, si tirerà una linea e si faranno le scelte forti, necessarie per ripartire.
L’1-1 sul campo del modesto, ed è un complimento, Saint-Gilloise in fin dei conti non fa torti a nessuno. Il gol di Mancini sull’uscita in ritardo del portiere belga, così come il pari dei padroni di casa è favorito da un’uscita goffa di Svilar, ostacolato anche da Koné (uno dei pochi giocatori di livello della rosa giallorossa).
E alla fine ci credono molto più i belgi, che nel recupero rischiano di ribaltarla, rispetto alla Roma mai davvero famelica nel corso dei novanta minuti. Juric vara un turnover contenuto risparmiando Dybala e Dovbyk ma confermando la coppia di francesi a centrocampo composta da Koné e Le Fée.
El Shaarawy (tra i peggiori in campo) torna titolare sulla sinistra mentre Celik è diventato insostituibile. Immaginiamoci le alternative. Si rivede addirittura Cristante tra i centrali con l’ennesimo smacco dell’allenatore croato a Hummels: altri novanta minuti in panchina per il tedesco.
Tra due giorni all’Olimpico arriva il Bologna, ultimo appuntamento prima della sosta e prima di un calendario che nelle ultime settimane dell’anno sarà meno clemente. L’ennesima ultima spiaggia di Juric, anche se la sensazione è che stavolta sia davvero finita, a prescindere dai risultati.
FONTE: Il Tempo – L. Pes