“Ranieri sarà entrato nello spogliatoio sdrammatizzando la situazione con una battuta. Del tipo: sono quasi in pensione, non fatemi chiudere con una figuraccia. Claudio è un grande psicologo. È l’uomo giusto per la Roma attuale”. Luca Toni lo dice per esperienza: era lui il centravanti dei giallorossi allenati da Sir Claudio Ranieri nella stagione 2009/2010, quella dello scudetto sfiorato nel testa a testa con l’Inter di José Mourinho: “È il più grande rammarico della mia carriera e penso sia lo stesso per Ranieri. Buttammo via la partita con la Samp e lì finì il sogno. Non dimenticherò mai il boato dell’Olimpico dopo il mio gol all’Inter”. Ecco l’intervista a Luca Toni:
Spieghi perché Ranieri è la scelta giusta… “Il tifo dei romanisti è speciale e la Roma non può giocare senza la spinta del pubblico: con Mourinho tanti risultati sono arrivati per merito dell’Olimpico sempre esaurito. Idem con De Rossi. Ed è stato così anche nella nostra cavalcata nel 2010. Ranieri ama la Roma ed è amato dalla piazza: il suo ritorno riporterà pace. Sarebbe successo anche richiamando De Rossi, ma probabilmente si è rotto qualcosa con la proprietà. Ranieri è l’uomo giusto in questa situazione, ma solo lui non basterà per risalire”.
Cosa servirà? “De Rossi era amatissimo da tutti, ma non aveva cominciato bene ed è stato esonerato. Con Juric, che è totalmente diverso da Daniele, la media punti è stata peggiore. Adesso arriva Ranieri. Siamo a tre tecnici, a novembre. Adesso tocca ai giocatori fare qualcosa in più assumendosi delle responsabilità per tirarsi fuori da questa situazione. Gli alibi sono finiti, basta dare la colpa agli allenatori. La Roma ha una rosa forte, non da dodicesimo posto”.
Ranieri dovrà ripartire da Dybala, da Soulé o da entrambi? “Dybala non si discute, ma deve stare bene per dare una mano: nei momenti difficili i big devono trascinare con l’esempio, più rincorrendo gli avversari che con un tiro all’incrocio dei pali. Soulé è forte, però la Roma non è il Frosinone: sboccerà anche in giallorosso, serve pazienza”.
Il suo preferito? “Dovbyk è un bel centravanti. me ne ha parlato bene anche De Rossi. L’ucraino ha tutto per segnare più di venti gol a stagione”.
A proposito di De Rossi: come lo ha sentito ultimamente? “L’esonero è una ferita aperta per Daniele, ama troppo la Roma. Avrebbe meritato più tempo”.
Conoscendo Ranieri, punterà sull’esperienza di Hummels? “Quando giocavo nel Bayern, Hummels era un ragazzo e a volte si allenava con noi. La carriera che ha fatto parla per lui, però in campo non vanno i trofei. Lo dico anche per esperienza personale. Bisogna dimostrare sempre. Toccherà a lui convincere Ranieri”.
La corsa Champions è sfumata o può essere ancora un obiettivo? “Ranieri di miracoli ne ha fatti, a partire dalla Premier vinta con il Leicester, quindi mai dire mai. Ma in questo momento i giallorossi devono pensare soltanto a fare punti. Ranieri è intelligente e pratico, capirà in fretta le caratteristiche dei giocatori”.
Ranieri ha più da perdere o da guadagnare da questa terza esperienza alla guida della Roma? “Ha accettato per amore e la gente lo sa: non ci guadagnerà e non ci perderà nulla. Uscirà a testa altra, con o senza un miracolo”.
Dopo Ranieri, si aspetta anche il ritorno di Totti in dirigenza prima o poi? “Ne ho parlato anche con Francesco poco tempo fa: lui è innamorato della Roma, ma bisognerà vedere anche cosa vorrà e potrà fare. Totti è la storia: deve tornare alla Roma pronto per fare la differenza, un pò come ha fatto Maldini al Milan. Paolo ha aspettato diverso tempo, però poi ha inciso e vinto lo scudetto”.
FONTE: La Gazzetta dello Sport