Sulla via della rinascita il prossimo step da compiere è chiaro ed evidente: tornare a far segnare gli attaccanti. Le prime tre uscite contro avversari complicati per cominciare a dare progressivi segnali di ripresa, poi le ultime due per tornare a vincere, convincere e iniziare a dare una sistemata alle classifiche di Serie A ed Europa League.
Questo è quanto sta facendo Claudio Ranieri dal momento del suo ritorno sulla panchina della Roma, lavora per mettere a posto pezzo per pezzo una squadra che si era sfaldata sotto colpi come l’esonero di De Rossi e poi la nefasta chiamata di Juric. Si è partiti da Napoli, dove contro la squadra di Conte si è intravista una compattezza e una solidità difensiva di cui si erano perse da tempo le tracce, è arrivata comunque una sconfitta che ha però portato con sé le prime tracce del risveglio.
Poi a Londra col Tottenham, dove i giallorossi hanno acciuffato un pareggio contro un avversario che non fa della difesa il suo punto forte (a essere buoni) ma che sa davvero essere pericoloso per ritmo e velocità: un 2-2 che ha restituito alla squadra profili di primo piano come Hummels (in quel caso croce al 2’ e delizia al 92’) e Paredes;(…).
E poi ancora, un Roma-Atalanta perso per 2-0 ma solo dopo aver tenuto saldamente testa a una delle squadre in quel momento più in forma d’Europa, salvo crollare nella mezz’ora finale dopo aver subito un gol quasi casuale e la qualità della rosa avversaria. Piccoli passi in sentieri tortuosi verso le sfide con Lecce e Braga, vinte largamente e con merito, in cui le occasioni create hanno raggiunto numeri alti in Italia e altissimi in Europa, andando a coinvolgere diversi reparti e continuando a dare vigore all’autostima della squadra.
Ndicka, Hummels, Saelemaekers, Mancini, Pisilli, Koné, Pellegrini, Abdluhamid ed Hermoso: nove gol da Napoli al Braga, altrettanti marcatori diversi (di per sé un dato molto positivo) e un punto in comune, cioè che nessuno di loro è definibile come un vero e proprio attaccante. Certo, nel 3-4-2-1 ranieriano, possono assumere un ruolo simile i trequartisti, ma in prospettiva è chiaro che trovare un contributo da chi del gol dovrebbe fare il proprio pane è fondamentale per i singoli attaccanti propriamente detti e per la squadra tutta è assolutamente fondamentale.
A questo punto, ogni riferimento ad Artem Dovbyk è totalmente volontario: «Deve rimettersi al 100% e noi dobbiamo noi capire come va servito – ha detto Ranieri su di lui prima della gara col Braga – l’ho spiegato, l’ho fatto vedere, ma certamente anche lui si deve mettere a disposizione.
La prima cosa è che si rimetta al 100%». L’ucraino è a secco dal 3 novembre (Verona-Roma 3-2), col Napoli ha colpito una traversa (più gol sbagliato che sfortuna) e ha saltato per problemi fisici il Lecce, ma quando c’è stato (Napoli, Atalanta, Tottenham e un tempo col Braga) non è mai andato oltre uno 0.30 di xG, dato che ben descrive come ancora la squadra fatichi a servirlo e lui stenti a essere incisivo sottoporta. In sua assenza ha giocato prevalentemente Dybala da falso 9, dando molto alla squadra ma poco in termini di gol (ne conta 2 in 12 apparizioni in campionato), mentre al novero di chi ancora deve sbloccarsi dall’arrivo del tecnico di San Saba c’è Soulé (…), El Shaarawy (che ha inciso però con 2 assist col Lecce) e Shomurodov. (…)
FONTE: Il Romanista – L. Frenquelli